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20 Set

Le stagioni della lirica

Mentre il cielo si chiude, il teatro si apre. All’opera. Agli sgoccioli l’ultimo fermento balneare, è oramai tempo di tornare in città e, nel mese più propositivo dell’anno, settembre, pensare a come organizzarsi per le fredde serate invernali, quali interessi coltivare ora che il tempo avrà modo di annaffiarli sovente. Ecco allora che è sicuramente il caso di una bella panoramica sulla stagione lirica che ci offrono alcuni delle più importanti piazze italiane.

Partiamo dal Teatro alla Scala di Milano, scelta scontata magari, ma ovviamente irrinunciabile. La capitale meneghina attende il 7 dicembre per riportare in scena un titolo cardine del repertorio verista come Andrea Chénier, che qui mancava dal 1985. La direzione è di Riccardo Chailly (per il direttore musicale della Scala, nel 2018, 40 anni di attività), allestimento di Mario Martone e Margherita Palli, con le voci di Anna Netrebko, Yusif Eyazov e Luca Salsi. Belcanto (Il Pirata), Verdi (Ernani) e non solo, gli altri appuntamenti in calendario. Tra cui il nuovo allestimento di Davide Livermore per il Don Pasquale con Ambrogio Maestri e la gran festa viennese in gennaio con Die Fledermaus diretto da Zubin Mehta. E ancora, Simon Boccanegra così come Fidelio con Myung-Whung Chung e la prima esecuzione alla Scala di Orphée et Euridice con il talentuoso direttore italiano Michele Mariotti, protagonista Juan Diego Flòrez. Nuova produzione di Francesca da Rimini con la regia di David Pountney e la ripresa di Aida di Franco Zeffirelli per festeggiare il novantacinquesimo compleanno del regista. Sino al “gran finale”, novembre 2018, Fin de Partie: prima assoluta beckettiana per il debutto del compositore  György Kurtág, in un allestimento di Pierre Audi, direzione di Markus Stenz.

Spostiamoci dunque nella Capitale, al Teatro dell’Opera di Roma diretto da Alessio Vlad, dove il programma – all’insegna delle coproduzioni – prevede dieci opere di cui ben sette nuovi allestimenti (per 78 recite, esclusa la Stagione di Caracalla). A partire dal 12 dicembre, data in cui si presenterà al pubblico La damnation de Faust, che mancava qui dal 1955, realizzata con il Regio di Torino e il Palau de Les Arts di Valencia. Direttore Daniele Gatti e regista Damiano Michieletto, tra gli interpreti Pavel Černoh, Alex Esposito, Veronica Simeoni e Goran Jurić. Quindi sarà la volta de’ I masnadieri con Roberto Abbado; La sonnambula, in coproduzione con il Teatro Petruzzelli di Bari, regia di Giorgio Barberio Corsetti; il dittico Cavalleria Rusticana e Pagliacci, in coproduzione con il San Carlo di Napoli, molto atteso anche per la regia di Pippo Delbono. In maggio, col Teatro Real di Madrid, l’Opéra National di Parigi e la Finnish National Opera, Billy Budd per la regia di Deborah Warner e poi, con il Regio di Torino, La bohème diretta da Henrik Nánási, regia di Àlex Ollé (La Fura dels Baus). E ancora tanto Mozart, tra cui Die Zauberflöte della Komische Oper di Berlino e Le nozze di Figaro dirette da Stefano Montanari. Mentre tornano La traviata di Sofia Coppola e Tosca con la regia di Alessandro Talevi.

Dal versante lagunare, il Teatro La Fenice di Venezia, Sovrintendente Cristiano Chiarot e  direttore artistico Fortunato Ortombina, inaugurerà il 24 novembre con Un ballo in maschera di Verdi diretto da Myung-Whun Chung. Di quest’ultimo anche la direzione del quindicesimo Concerto di Capodanno, con il tenore Francesco Meli, in diretta su Rai1. In cartellone, titoli come La vedova allegra per la regia di Damiano Michieletto e Orlando furioso di Vivaldi in coproduzione con il Festival della Valle d’Itria; la prima italiana di Richard III di Giorgio Battistelli e il Progetto Rossini nel centocinquantesimo della morte del compositore con Semiramide, Il signor Bruschino e Il barbiere di Siviglia.

Dal canto suo, il 10 ottobre al Teatro Regio di Torino, sarà tempo per il suo direttore Gianandrea Roseda di inaugurare la stagione con Tristano e Isotta. Per poi passare il testimone a colleghi come Daniel Harding e Diego Matheuz, coaudiuvati da registi come Claus Guth, Robert Carsen, Stefano Poda e Daniele Abbado, che proporranno nuove visioni drammaturgiche delle opere di Wagner, Strauss, Puccini e Verdi. Mentre la città partenopea al Teatro San Carlo di Napoli vedrà presentarsi alcune buone occasioni di celebrazioni, dall’opera inaugurale La fanciulla del West, per i 150 anni dalla nascita di Arturo Toscanini, al Mosè in Egitto di Gioachino Rossini, per i 150 anni dalla morte del Maestro pesarese che fu qui direttore artistico proprio dal 1815 al 1822.

Per finire, all’ombra delle Due Torri, con il Teatro Comunale di Bologna diretto da Michele Mariotti, dove si attende il 19 gennaio per la nuova Bohème firmata da Graham Vick con la direzione dello stesso Mariotti (così come i successivi Don Giovanni e Don Carlo), per poi proseguire in cartellone con altri capolavori di Verdi, Bellini e Donizetti. Mentre il non lontano Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena inaugura il 27 ottobre con Il colore del sole, prima assoluta per il debutto del compositore Lucio Gregoretti al Festival di Jesi con cui è coprodotto, e si riconferma buona platea dei melomani con i suoi sette titoli, da Puccini a Verdi, passando per il Faust di Gounod, coprodotto con Piacenza e Reggio Emilia, regia di Simone Derai e collettivo Anagoor.

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