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29 Set

ROF 15K. In mostra i modellini di scena

Il 28 agosto 1980 il sipario del Teatro Rossini si alzava per la prima rappresentazione della Gazza ladra, spettacolo inaugurale dell’edizione numero uno del Rossini Opera Festival. Mercoledì 22 settembre 2021 sono trascorsi esattamente 15.000 giorni da quella data. L’incidenza del ROF sulla città e la sua identificazione con essa è un legame che si afferma e rinnova quotidianamente da oltre quarant’anni, ed è per questo che è parsa assai pertinente la scelta del giorno come unità di misura per calcolare l’età del Festival.

Mosè in Egitto

Grazie al lavoro dei Laboratori del ROF, sono stati restaurati i 24 modellini di scena di alcune delle principali opere allestite in 42 anni di Festival. Essi sono protagonisti della mostra ROF 15K. La libertà dello sguardo  nell’immaginario visivo rossiniano, che si tiene al Museo Nazionale Rossini (Via Passeri, 72) e sarà inaugurata mercoledì 29 settembre alle 18.

Curata da Cristian Della Chiara su un progetto di allestimento di Bruno Mariotti, CH+, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, l’esposizione è stata realizzata dai Laboratori del ROF assieme a Sistema Museo e, per la parte multimediale, da Marco Rossetti, Imergo. La regia e le produzioni video sono a cura di Alberto Giuliani, le fotografie dello Studio Amati Bacciardi.

In oltre quarant’anni di storia si è affermata, attraverso l’esperienza del ROF, la formula “musicologia più teatro”: un laboratorio di musicologia applicata, attuato fianco a fianco con gli studiosi della Fondazione Rossini. Sono stati così definiti gli ambiti di reciproca autonomia fra ricerca musicologica e restituzione teatrale moderna, riassumibili nella formula: massimo rispetto della lezione musicale autentica, massima libertà nei criteri della messinscena.

Cartolina

Ecco perché la storia del Festival ben si racconta anche attraverso alcuni dei più straordinari allestimenti che hanno popolato i suoi palcoscenici, restituiti a nuova vita attraverso i modellini di scena, prima strumenti di lavoro ed ora capolavori di artigianato, che restituiranno allo spettatore la meraviglia del sapere delle mani e della creazione di mente ed anima che ha caratterizzato una lunga storia di teatro in musica nella città di Pesaro.

Questo è l’elenco dei modellini in mostra, in ordine di esposizione:
2011 Mosè in Egitto (Vick), 2013 Guglielmo Tell (Vick), 1994 L’inganno felice (Vick), 1998 Cenerentola (Ronconi), 2005 Il barbiere di Siviglia (Ronconi), 1995 Guglielmo Tell (Pizzi), 2018 Il barbiere di Siviglia (Pizzi), 1982 Tancredi (Pizzi), 2002 La pietra del paragone (Pizzi), 2001 Le nozze di Teti e di Peleo (Pizzi), 2012 Ciro in Babilonia (Livermore), 1994 L’Italiana in Algeri (Fo), 2001 La gazzetta (Fo), 2004 Matilde di Shabran (Martone), 2007 La gazza ladra (Michieletto), 2020 La cambiale di matrimonio (Dale), 2000 La scala di seta (De Filippo), 2019 L’equivoco stravagante (Leiser & Caurier), 2012 Il signor Bruschino (Teatro Sotterraneo), 1985 Il signor Bruschino (De Simone), 1987 Ermione (De Simone), 2019 Semiramide (Vick), 1992 Semiramide (De Ana), 2003 Semiramide (Kaegi).

Di tre dei modellini (Mosè in Egitto del 2011, Il barbiere di Siviglia del 2005 e Le nozze di Teti e di Peleo del 2001) sono state realizzate, accanto all’originale, delle versioni digitali che consentono una visita virtuale dello spazio scenico da ogni punto di vista.

Al termine della esposizione, nell’ultima sala allestita come un mini-teatro, è proiettato un filmato di 35 minuti che racconta alcuni degli spettacoli attraverso le parole di Pier Luigi Pizzi (regista), Giovanna Buzzi (costumista), Silvano Santinelli (scenografo costruttore), Vanni Delfini (Delfini Group allestimenti scenici), Cristina e Romolo Sormani (E. Rancati attrezzeria).

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