DICIASSETTE ANNI DOPO, È DI NUOVO L’ARCHITETTO TICINESE MARIO BOTTA A INTERVENIRE NEL TEATRO ALLA SCALA. I LAVORI PER L’AMPLIAMENTO, APPENA INIZIATI, SI INSERISCONO NELLA LUNGA SERIE DI OPERAZIONE CONDOTTE NELL’EDIFICIO PROGETTATO DA GIUSEPPE PIERMARINI, CONSIDERATO IL PRIMO TEATRO NEOCLASSICO D’EUROPA.
A Milano, in Via Verdi, lo scorso 26 aprile è stata posata la prima pietra del nuovo edificio che andrà completare il complesso del Teatro alla Scala. Il progetto è di Mario Botta, che, insieme allo studio dell’architetto Emilio Pizzi, si era già occupato del restauro e della ristrutturazione della sede storica del Teatro e dell’area tecnica della torre scenica realizzata tra il 2001 e il 2004; dopo diciassette anni, l’architetto torna a far dialogare lo storico edificio neoclassico con la sua architettura contemporanea. Il nuovo volume sorgerà al posto di un immobile che il Teatro aveva acquistato nel 1997 dall’Istituto San Paolo di Torino, già con l’idea di trasformarlo e ampliare il proprio organico. Stilisticamente coerente con l’intervento di restauro e con la ristrutturazione della sede storica del Teatro e dell’area tecnica della torre scenica realizzata da Botta, l’edificio in costruzione parla il linguaggio tipico dell’architetto originario di Mendrisio: volumi puri, geometrie definite e alternanza di pieni e vuoti. Si svilupperà 18 metri sotto il livello e suolo, arrivando al di sotto della falda acquifera, e si innalzerà fino a 36 metri fuori terra, giungendo al livello della torre scenica del 2004, componendosi così di sei piani ipogei e undici fuori terra.
LA NUOVA TORRE DEL TEATRO ALLA SCALA DI MILANO
Con questa nuova torre, si punta dare una risposta architettonica a più obiettivi: il potenziamento ingegneristico dei servizi e delle attrezzature sceniche; la dotazione di nuovi spazi per le prove dei vari professionisti; dare un’ubicazione a uffici e spazi di amministrazioni che si trovano attualmente in sedi esterne. I piani sotto terra saranno occupati per lo più da una sala prove per l’orchestra con una superficie di 310 metri quadri e un’altezza di 14 metri. Studiata con la consulenza del progettista acustico Yasuhisa Toyota, permetterà di avere un suono impeccabile durante le prove e di essere usata anche come spazio di incisione. Il palcoscenico verrà ulteriormente ampliato, raggiungendo i 70 metri grazie alla disposizione di uno spazio adibito al montaggio e allo smontaggio delle scenografie, che potrà essere attuato senza disturbare lo spettacolo le prove in corso. Troveranno posto anche una sala prove per il ballo e spazi per l’archivio storico documentale, attualmente conservato in un’altra sede.
DA PIERMARINI A BOTTA: LA “MAGNIFICA FABBRICA” DEL TEATRO ALLA SCALA
Nel corso dei secoli il Teatro alla Scala è stato specchio delle trasformazioni della città di Milano. Progettato in stile neoclassico dall’architetto Giuseppe Piermarini, il teatro venne realizzato in meno di due anni e inaugurato nell’estate del 1778. Tra gli anni Venti e Trenta dell’Ottocento subisce grandi rinnovamenti: l’architetto Giuseppe Tazzini dà il suo contributo costruendo l’ala porticata su via Filodrammatici, sul cortile del quale ora si vede il volume ellittico progettato sempre da Mario Botta a inizio 2000, per il primo ampliamento. Passando attraverso i bombardamenti del 1943, che mettono in ginocchio il teatro per tre anni, fino alla riapertura nel 1946, si arriva a quello che è stato l’ampliamento di maggiore importanza, quello appunto condotto da termine da Botta tra il 2002 e il 2004. In questa circostanza, l’opera di Botta si rende portavoce delle esigenze del teatro ed è veicolo della capacità dell’istituzione milanese di riuscire a ripensare sé stessa a seconda delle nuove esigenze sia funzionali, sia architettoniche rimanendo patrimonio storico, ma rinnovandosi costantemente. L’attenzione si sposta ora sull’intervento appena intrapreso: il piano economico-finanziario prevede un investimento complessivo di 17 milioni di euro; il termine dei lavori è previsto entro dicembre 2022.
Sara Villani
Da Artribune
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