In occasione dei 150 anni dalla nascita, il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo celebra Giacomo Balla con un progetto eccezionale: l’apertura al pubblico, per la prima volta, della sua incredibile casa futurista a via Oslavia a Roma, opera d’arte totale, e una mostra al MAXXI che ne evidenzia la straordinaria contemporaneità e crea una connessione nello spazio e nel tempo.
Il progetto Casa Balla. Dalla casa all’universo e ritorno, a cura di Bartolomeo Pietromarchi Direttore del MAXXI Arte e Domitilla Dardi Curatrice per il Design del MAXXI, apre al pubblico in due momenti: si comincia il 17 giugno con la mostra al MAXXI, mentre la casa di via Oslavia sarà visitabile nei weekend a partire da venerdì 25 giugno (prenotazione obbligatoria su www.maxxi.art). Casa Balla e la mostra al MAXXI saranno aperte fino al 21 novembre 2021. Frutto di una significativa sinergia interistituzionale, il progetto è prodotto e realizzato dal MAXXI in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio, con il supporto della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e il contributo di Banca d’Italia e degli sponsor Laura Biagiotti, Mastercard e Cassina.
La casa di via Oslavia
Per la prima volta, apre al pubblico la straordinaria casa futurista nella quale Giacomo Balla (Torino 1871- Roma 1958) visse e lavorò dal 1929 sino alla morte. A partire da venerdì 25 giugno, Casa Balla si potrà visitare ogni fine settimana per oltre 5 mesi, fino a domenica 21 novembre. Le visite, preparate e condotte dall’Ufficio Educazione del MAXXI, saranno scaglionate su diverse fasce orarie e suddivise per gruppi di 8 persone. La prenotazione è obbligatoria su www.maxxi.art. Dopo diversi anni in via Nicolò Porpora, in un antico edificio conventuale con affaccio sul verde di Villa Borghese, il Maestro si trasferì nell’appartamento di via Oslavia a Roma, con la moglie Elisa e le due figlie Luce ed Elica, anch’esse pittrici, che l’hanno abitata e custodita fino agli anni Novanta. La casa è protetta da vincolo di tutela dal 2004. Nello stesso anno, è stata oggetto di un primo intervento di restauro mentre ulteriori lavori di messa in sicurezza sono stati realizzati nel 2018 dalla Banca d’Italia in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma. Solo oggi, grazie a un lungo e attento lavoro di ricognizione, studio e messa in sicurezza dei beni curato dal MAXXI e dalla Soprintendenza Speciale di Roma, è stato possibile allestire la casa e renderla finalmente fruibile al pubblico restituendone l’anima di fucina creativa, con i lavori del Maestro e delle sue figlie. Nella visita, la prima emozione arriva già di fronte al portone con la targhetta/firma FuturBalla, promessa di meraviglie e sorprese che si sveleranno immergendosi nella straordinaria casa-universo dell’artista: dal corridoio al soggiorno, dove sarà mostrata ai visitatori la versione italiana del docufilm Balla et le Futurisme di Jack Clemente, Leone d’oro nel 1972 alla Biennale del Cinema di Venezia, dal celebre Studiolo rosso alle stanze di Luce ed Elica, dalla cucina alla suggestiva stanza da bagno. Un appartamento anonimo e borghese che la famiglia Balla trasforma in una vera e propria opera d’arte, un laboratorio di sperimentazione fatto di pareti e porte dipinte, mobili e arredi decorati, utensili autocostruiti, quadri e sculture, abiti disegnati e cuciti in casa e tanti altri oggetti che, insieme, hanno creato un unico e caleidoscopico progetto totale. Una casa piena di luce, colore e movimento che riflette le idee del manifesto sulla Ricostruzione futurista dell’Universo firmato da Balla e Fortunato Depero nel 1915 ma che va persino oltre. Per Balla il dinamismo futurista si traduce in un continuo creare. E la sua casa diventa un’officina, una sorta di antica bottega rinascimentale dove oggetti di diverso genere da lui ideati e costruiti per l’uso nella vita quotidiana (tavolini, sedie, scaffali, cavalletti, piatti, piastrelle), poveri nei materiali ma ricchissimi nella vena creativa, convivono con quadri, disegni, sculture. Alcune importanti opere lì conservate, tra cui disegni e bozzetti preparatori recentemente restaurati dalla Soprintendenza Speciale di Roma ed esposti in parte nella casa in parte al MAXXI, testimoniano le diverse fasi di ricerca dell’artista torinese, da un iniziale periodo figurativista a cavallo tra i due secoli all’estetica e ideologia futurista degli anni Dieci-Venti (come per esempio i 3 grandi pannelli de Le mani del popolo italiano) a un ritorno, infine, alla pura rappresentazione del reale nell’ultima parte della sua vita. Casa Balla raccoglie inoltre diverse opere pittoriche delle figlie Luce ed Elica.
La mostra al MAXXI
Il progetto Casa Balla. Dalla casa all’universo e ritorno prevede anche un’importante mostra ospitata nella spettacolare Galleria 5 del MAXXI, aperta al pubblico a partire dal 17 giugno. Qui arazzi, disegni, bozzetti, mobili, arredi originariamente parte di Casa Balla, dialogheranno con otto nuove produzioni di architetti, artisti e designer contemporanei internazionali. Opere inedite create per l’occasione che riflettono sulle numerose suggestioni di Casa Balla come opera d’arte totale, facendo emergere la profonda attualità di pensiero del poliedrico Maestro e creando un collegamento spazio-temporale tra la casa degli anni ’30 e il museo del 21° secolo. A indagare le suggestioni di Casa Balla sono stati invitati Ila Bêka e Louise Lemoine, Carlo Benvenuto, Alex Cecchetti, Jim Lambie, Emiliano Maggi, Leonardo Sonnoli, Space Popular, Cassina con Patricia Urquiola), le cui produzioni incontreranno nello spazio della Galleria 5 alcuni importanti originali di Giacomo Balla, provenienti da collezioni private, tra cui quelle degli Eredi di Giacomo Balla, e per la prima volta qui riuniti e accessibili al pubblico. Tra questi, la porta del celebre Studiolo rosso, disegni e studi per vestiti, come quello realizzato per Luce, provenienti dalla Fondazione Biagiotti Cigna e dalla Collezione Laura e Lavinia Biagiotti, che dispongono di un patrimonio di oltre 300 opere di Balla, il cui nucleo principale è formato da lavori e studi sul design e sulla moda e rappresenta il maggiore e più importante insieme di arte applicata al mondo.
Il percorso di mostra si apre già nella hall del museo con l’ipnotica installazione The Strokes (Surround Sound) di Jim Lambie pensata per i due ascensori che portano il visitatore verso la Galleria 5, facendolo subito immergere in uno spazio totale. Proseguendo, si incontra il lavoro di Leonardo Sonnoli, Composizioni tipografiche, che reinterpreta 5 parole e concetti cari a Balla (non vedere doppio, non dirlo, tik tak, universo, modificante) dandone una lettura balliana che privilegia l’aspetto visivo, grafico e tipografico.
Il film La grotta del futuro anteriore di Bêka e Lemoine realizzato in presenza nella casa di via Oslavia, ci immette nel vivo dell’universo dei Balla. Opera d’arte totale di spirito balliano è Come la luna si vede a volte in pieno giorno di Alex Cecchetti che unisce danza, musica, performance, moda, invitando il pubblico a danzare con indosso le gonne dei dervisci rotanti della tradizione Sufi, realizzate in collaborazione con la maison Laura Biagiotti, su una composizione musicale dello stesso Cecchetti interpretata da sei allievi della Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di Roma e dalla Cantoria del Teatro dell’Opera di Roma diretta dal maestro Roberto Gabbiani. Emiliano Maggi realizza tre sculture di legno, bronzo e specchio, ognuna intitolata Notturno, che rimandano all’interesse di Balla per la dimensione onirica e immaginifica del sonno e della notte. Il corpo di fotografie Senza titolo di Carlo Benvenuto crea un’atmosfera rarefatta ritraendo oggetti domestici provenienti dalla sua casa che evocano la quotidianità di Casa Balla. Ricerca e innovazione caratterizzano il progetto di Cassina con Patricia Urquiola, che disegna un grande tavolo ispirato alle asimmetrie e ai tagli diagonali dei mobili di Balla.The Communal Table è realizzato con basi in policarbonato trasparente colorato che enfatizzano quelle compenetrazioni iridescenti care al maestro. Infine, la versione filmica del lavoro digitale Camera Balla di Space Popular: una ricostruzione virtuale di Casa Balla progettata senza averne mai visto lo spazio fisico, ma solo attraverso le suggestioni dei racconti e delle immagini, realizzato con il supporto di Mastercard. Il lavoro sarà fruibile integralmente su www.maxxi.art e, in esclusiva fino al 30 Giugno, su priceless.com.
La mostra è accompagnata da un catalogo a cura Bartolomeo Pietromarchi e Domitilla Dardi Con testi di Fabio Benzi, Domitilla Dardi, Eleonora Farina, Elena Gigli, Bartolomeo Pietromarchi, Emanuele Trevi (Marsilio editori). I testi dei curatori si uniscono ai saggi di critici e storici dell’arte che analizzano la casa, l’Universo di Balla e il ruolo delle figlie in relazione alla sua visione di arte totale. Parallelamente, il contributo di Emanuele Trevi si sofferma sulla genesi della Casa e sul quartiere in cui si inscrive, dando vita a un breve racconto inedito che tratteggia mirabilmente Casa Balla come “immagine evidente e tridimensionale della mente che l’ha abitata e nello stesso tempo immaginata”. Di particolare interesse l’apparato iconografico del volume: scatti inediti documentano il nuovo allestimento di Casa Balla mentre le immagini del passato costituiscono una preziosa testimonianza storica. Corredano il libro le schede dei lavori degli artisti contemporanei e il regesto completo delle opere di Giacomo Balla in mostra.
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