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19 Set

Milano Fashion Week 2023: tutto quello che c’è da sapere

Dopo Londra, tocca a Milano organizzare la prossima Fashion Week, il cui cartellone è davvero emozionante. In programma 176 appuntamenti, tra sfilate, presentazioni e tanti eventi. Ben undici nuovi nomi si aggiungono al calendario delle sfilate, tra debuttanti e grandi ritorni, con un programma dedicato alle collezioni di ready-to-wear donna per la Primavera-Estate 2024 ricco di highlights. Dalle sfilate di Tom FordGucci e Bally con i loro nuovi direttori creativi, al défilé dell’anniversario di Moschino, passando per il lancio della collaborazione tra Moncler e Pharrell Williams, l’eccitazione per l’attesa è al massimo.

La prima giornata, questo martedì, inizierà con una moltitudine di eventi, prima di lasciare il posto alle sfilate. Da segnalare la sfilata Breast Cancer organizzata con diversi stilisti italiani della nuova generazione per sensibilizzare il pubblico alla ricerca sul cancro; la sfilata Milano Moda Graduate con i talenti promettenti delle scuole di moda italiane, che premierà il miglior studente dell’anno; il “Premio Maestri d’Eccellenza”, promosso da Fendi con la Camera della Moda Italiana (CNMI) e la confederazione degli artigiani Confartigianato, in cui vengono premiati i migliori artigiani della Penisola. Senza dimenticare Calzedomania, la grande festa ed esperienza immersiva organizzata la sera intorno al mondo del collant dal gruppo Calzedonia.

Mercoledì la Settimana entrerà nel vivo con ben tredici sfilate, tra cui quelle di Fendi, Roberto CavalliAntonio MarrasEtro, e quella di Diesel che, ancora una volta, si aprirà al pubblico con un format insolito. In totale sono previste 59 sfilate fisiche in cinque giorni, rispetto alle 54 dello scorso febbraio, a cui si aggiungono 5 sfilate in formato digitale che si terranno in chiusura, lunedì 25, con Pillings, Guido Vera, Maison Mencioni, Phan Dang Hoang e Laura Biagiotti. A ciò si aggiungono i brand che si posizionano fuori dal calendario delle sfilate, come Benetton o Annakiki, ora inseriti nel cartellone degli eventi, o Francesca Liberatore, che sfilerà martedì 19 in fiera a Milano durante Lineapelle, il salone dedicato ai produttori pellettieri.

Tra le novità, da non perdere, sempre sabato, la prima sfilata milanese dello stilista nigeriano Papa Oyeyemi, fondatore nel 2007 del marchio androgino Maxivive. Quest’ultimo si distingue per una moda creativa di grande ricchezza in termini di materiali, tagli, dettagli e finiture, dove le influenze africane sono solo accennate implicitamente. Da seguire anche i primi passi sulle passerelle milanesi, il giorno dopo, domenica 24, del brand svedese Rave Review fondato nel 2017 da Josephine Bergqvist e Livia Schück, noto per le creazioni basate su tessuti d’arredo riciclati, come pure quelli del suo connazionale Avavav, lanciato anch’esso 2017, da Linda e Adam Friberg, che si affidano all’artigianato fiorentino con un approccio responsabile. Nel 2020 si è affiancata ai fondatori la svedese Beate Karlsson, che è la direttrice creativa del brand, il quale da allora ha guadagnato visibilità, creando buzz grazie a un umorismo caustico.

Rispetto alla sessione invernale di febbraio mancano quattro nomi. Il giapponese Atsushi Nakashima, che ha aderito alla Milano Fashion Week nel febbraio 2016 alternando sfilate e presentazioni, la label sperimentale Vitelli di Mauro Simionato, l’anglo-nigeriano Ineye Tokyo James, e infine il designer giapponese Tomo Koizumi, che la scorsa stagione era stato invitato da Dolce & Gabbana. Quest’autunno gli succede la brasiliana di base a Londra Karoline Vitto, che con le sue creazioni esalta il corpo femminile.

Si prospetta quindi una Settimana ricca, nella quale verranno messe in risalto, attraverso diverse iniziative, anche le giovani creazioni africana, ungherese e ucraina. Tra gli altri eventi paralleli da non perdere ci sono gli Oscar della moda green, i CNMI Sustainable Fashion Awards 2023, celebrati domenica 24 dalla Camera della Moda Italiana, oltre a numerose mostre, come quella dedicata ai fotografi Luigi & Iango.

Gianluca Bolelli

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