Il Sacro Bosco di Bomarzo presenta dal 4 luglio al 15 settembre 2023 In Arte Vicino, un festival con aperture straordinarie, appuntamenti, incontri e installazioni, a cura di Antonio Rocca, in occasione del quinto centenario della nascita dell’ideatore del Bosco, Pierfrancesco Orsini, detto Vicino (Roma, 4 luglio 1523 – Bomarzo, 28 gennaio 1585).
In Arte Vicino è promosso e organizzato dal Sacro Bosco di Bomarzo, che fa parte della rete Grandi Giardini Italiani, in collaborazione con i maggiori parchi d’arte contemporanea dell’Italia centrale: il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle (Capalbio, Grosseto), il Giardino delle Meraviglie di Paolo Portoghesi(Calcata, Viterbo), Hic terminus haeret di Daniel Spoerri (Seggiano, Grosseto) e la Scarzuola di Tomaso Buzzi (Montegabbione, Terni).
Il festival ha il patrocinio dell’Accademia Nazionale di San Luca, il sostegno dell’impresa culturale Grandi Giardini Italiani, e una convenzione con l’Accademia di Belle Arti di Viterbo e con il Tuscia Film Fest. Il programma si svolge presso il Sacro Bosco di Bomarzo con aperture serali straordinarie, conferenze, visite guidate e approfondimenti storico-artistici durante il mese di luglio 2023.
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La pre-apertura del festival, sabato 1° luglio 2023, è affidata a Corrado Augias che introduce la figura di Vicino Orsini.
Martedì 4 luglio 2023, per la serata inaugurale, Silvia Ronchey, docente all’Università di Roma Tre, e Claudio Strinati, Segretario Generale dell’AccademiaNazionale di San Luca, dibattono sul rapporto tra ideatore e creazione, ossia tra Vicino Orsini e il Sacro Bosco.
Venerdì 14 luglio 2023, appuntamento al Sacro Bosco per la cena rinascimentale, che rievoca con un menu cinquecentesco e un convivio musicale le atmosferee le suggestioni dell’epoca in cui il Parco era abitato dalla famiglia Orsini.
Venerdì 28 luglio 2023, Lina Bolzoni, docente alla Normale di Pisa, approfondisce la tematica della memoria e dei giardini nel Rinascimento. A seguire irappresentanti di Fondazione Beverly Pepper, Giardino La Serpara e Sculture In Campo dialogano sul concetto di giardino nell’arte contemporanea.
Sabato 5 agosto 2023, grazie alla convenzione con il Tuscia Film Fest, è prevista una passeggiata- racconto con l’attore Stefano Fresi e il curatore del festival Antonio Rocca alla scoperta della figura di Vicino Orsini. Segue la proiezione del film Bones and all in uno scenario d’eccezione e l’incontro con il regista Luca Guadagnino.
Dal 4 luglio al 15 settembre un percorso espositivo, a cura di Susanne Neumann, Lucia Pesapane e Antonio Rocca, mette in dialogo le sculture monumentali delParco dei Mostri con alcune opere di Niki de Saint Phalle, Paolo Portoghesi e Daniel Spoerri in una serie di rimandi volti a scoprire gli ideali simbolici e artistici che costituiscono il substrato unico a tutti i giardini.
Si comincia con il Folle di Niki de Saint Phalle, un arcano e insieme uno spirito che, attraverso il suo procedere ramingo tra terra e cielo, trasforma il proprio cammino in un itinerario di conoscenza e salvezza. La dislocazione all’ingresso del parco introduce alla ricerca del sacro e dialoga con l’opera di Daniel Spoerri Otto Incubi Magri, composti da oggetti di scarto che rimandano a culture primitive e a rituali magici, in una differente articolazione di un medesimo archetipo. Proseguendo, in corrispondenza della Casa Pendente, ci si imbatte in Bianco? Nero? di Daniel Spoerri, arcano che nei tarocchi rappresenta il carro.Appartenente a un delle serie più recenti dell’artista, l’opera riecheggia un matrimonio tribale campestre. L’autore ha combinato reminiscenze africane e memorie dell’arte naive europea. In colloquio con il Folle di Niki de Saint Phalle, l’opera richiama alla dimensione del viaggio e anela a una sacralità universale.Addentrandosi nel Sacro Bosco, lungo un percorso che da rituale diventa elementale, la Fontana delle Nana di Niki de Saint Phalle è opera emblematica dello spirito femminile di cui il Sacro Bosco e il Giardino dei Tarocchi sono pervasi, in un richiamo alla natura primordiale e all’universalità. Il dialogo con il Proteo, divinità marina e figura del divenire proteiforme dell’essere, vuole rimandare alla fecondità della “natura naturans”.
L’installazione site-specific progettata da Paolo Portoghesi riecheggia l’analoga installazione realizzata nel suo giardino di Calcata, restituendo lo sguardo all’Orco di Bomarzo con due occhi policromi.
Con il Mostro sorridente, Portoghesi ha inteso opporre un argine alle forze c toni e della spiritualità etrusca, rendendo un omaggio a Gea, il lato luminoso della Terra.
Segna la fine del percorso Il Grande Diavolo sempre di Niki de Saint Phalle, collocato nei pressi del Tempio. Elemento che collega le due opere è il fuoco:complementare alla dimensione equorea delle Fontana delle Nana e in opposizione al Folle, figura del pellegrino (da “per ager” colui che avanza tra i campi, traTerra e Aria), Il Grande Diavolo chiude il cerchio delle forze elementari che muovono il caleidoscopio dell’essere.
All’interno dell’edificio dell’accoglienza, in un omaggio all’architetto Paolo Portoghesi, recentemente scomparso, saranno esposti una serie di quadernini eriproduzioni con i progetti per il Mostro sorridente. Il rapporto speciale tra Paolo Portoghesi e il Sacro Bosco, che aveva visitato e studiato, fra i primissimi,quand’era ancora solamente un ragazzo, è illustrato con un’intervista inedita, nella quale l’architetto racconta il proprio legame con Bomarzo. Un nessorimasto inalterato nei decenni, tale da condurlo a regalare alla storia dell’arte una versione “sorridente” della creatura bomarzese nel proprio giardino, a Calcata.
In Arte Vicino nasce dall’idea di Antonio Rocca, storico dell’arte autore di una radicale reinterpretazione del Sacro Bosco di Bomarzo, che riconsegna a Vicino Orsini la piena responsabilità del progetto. Avvalendosi dei Mosca, una famiglia di scultori attivi a Orvieto, il signore di Bomarzo tradusse in pietra la mappa dell’universo redatta dal cabalista cristiano Giulio Camillo ne L’idea del Theatro (1550). Un progetto di natura sacrale che ancora oggi è possibile intravedere all’interno dell’area del cosiddetto Parco dei mostri.
Il Sacro Bosco, che si distingue per ecletticità dai giardini coevi fatti realizzare dagli altri signori della zona (come Villa d’Este a Tivoli, Villa Lante a Bagnaia oPalazzo Farnese a Caprarola), scivola nell’oblio all’indomani della morte del committente, per poi essere riscoperto dai surrealisti: da quel momento comincia a essere meta e ispirazione per artisti del calibro di Salvador Dalí, diventando il modello di riferimento per i giardini di Tomaso Buzzi, Niki de Saint Phalle, PaoloPortoghesi e Daniel Spoerri.
La prossimità di questi giardini “onirici” non è affatto casuale, come sottolinea Antonio Rocca: “Come attratti da un magnete nuovi giardini vennero disponendosiattorno a Bomarzo, designando un cerchio che delimita una sorta di campo energetico. Tra la Maremma e l’Amiata, tra il Peglia e la campagna romana, siinverarono mascheroni dagli occhi azzurri, labirinti, torri, angeli e demoni, arcani di un’avventura unica seppur variamente declinata. Foreste di simboli,nell’inferno della psiche, per poi tornare a vedere le stelle. Al fondo di sogni differenti c’è forse il medesimo archetipo perduto e questi giardini d’artista necostituiscono una prova in pietra. Un’intuizione che ci ha invitato a confondere in un unico tessuto onirico, questi luoghi incantati, tutti In arte.
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