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15 Giu

Ferrari corre anche nella moda

Il marchio del cavallino lancia la sua prima collezione di ready to wear disegnata da Rocco Iannone e presentata nella storia fabbrica-atelier di Maranello. “Ferrari non è azienda nostalgica ma proiettata al futuro… Questo mi ha guidato nel mio percorso creativo”. In passerella anche Maria Carla Boscono e Natalia Vodianova. A completare il progetto lifestyle anche il nuovo concept store di Sybarite e il restyling del ristorante Il Cavallino con India Mahdavi e Massimo Bottura.

Sono orgoglioso di essere italiano e di poter guidare questo progetto”. Rocco Iannone, anima creativa del progetto moda di Ferrari, battezzato Ferrari style, è felice ed emozionato dopo il primo catwalk nella storia della casa automobilistica. Perché la maison del cavallino e del rosso Ferrari ha scelto di debuttare in maniera importante nell’arena della moda e lo ha fatto un progetto di lifestyle sui generis, speciale, unico nel suo genere. La casa automobilistica ha infatti scelto le linee di assembramento della fabbrica di Maranello, cuore pulsante del marchio simbolo del Made in Italy del mondo, per ospitare lo show, aperto da Maria Carla Boscono e chiuso da Natalia Vodianova. In mezzo una parata di top model, chiamati a raccontare 52 look uomo e donna che verranno spacchettati in sei drop, protagonisti di un anno intero di lanci globali in boutique ed e-store. Perché seguendo la logica delle auto, Ferrari lancerà una collezione moda ogni anno, con un evento itinerante, svelando un concept di moda fluida, profondamente legata alla storia del marchio. “Ferrari non è azienda nostalgica ma proiettata al futuro… Questo mi ha guidato nel mio percorso creativo”, ha aggiunto Iannone.

Il designer, 37enne con un passato da Giorgio Armani, Dolce & Gabbana e Pal Zileri, è stato chiamato da John Elkhann, primo azionista di Ferrari, proprio per dare un nuovo volto alla divisione stile del cavallino, fino a questo momento ancorata soltanto al mondo del merchandising della Formula uno. “Ho voluto una collezione che raccontasse l’oggi e il presente, capace di esprimere un nuovo modo di vivere la contemporaneità. Questo progetto è no gender all’80% e abbraccia tutte le fisicità, dalla XXS alla XXXL”, ha aggiunto il designer. “Abbiamo cercato di trasportare gli elementi anatomici delle auto nella moda per dettare un linguaggio visivo, di linee e di tecnica, che dalle officine di assemblaggio passasse al catwalk. Abbiamo cercato di iniettare uno spirito couture in una collezione giovane e contemporanea”.

Tre le parole chiave: “Performance, artigianato, bellezza. Questi tre pillars descrivono un’auto Ferrara e le abbiamo tradotte in un linguaggio moda”, ha aggiunto ancora Iannone. “Scavando negli archivi ho potuto confrontarmi con l’universo immaginifico e iconografico di Ferrari legato alle sue pubblicazioni che dagli anni 40 a oggi hanno raccontato il mondo Ferrari abbracciando il mondo dell’arte e dell’illustrazione”. Il nuovo ready to wear, acuì si aggiunge anche una linea childrenswear non portata in pedana, oscilla tra un caposala bold/couture e una seta, usata a profusione, come tela su cui dipingere la storia Ferrari. Spazio anche alla sostenibilità nel progetto“Abbiamo messo a terra una filiera responsabile, di supporto alle aziende artigiane che ora lavorano con noi. E per la pelle, per esempio, abbiamo abbracciato una filiera cruelty free”. Il battesimo della linea, in vendita già da oggi nell’universo digitale, ha richiesto due anni di lavoro ed è la punta di un iceberg che racconta il ripensamento dell’intero lifestyle del marchio, da sempre animato da una clientela composta da due fasce: i fans, tifosi e appassionati d’auto, e gli owners, proprietari di auto Ferrari. Due mondi che dialogano tra di loro, come faranno da oggi il merchandising classico Ferrari e il nuovo ready to wear. “Ferrari è esclusiva ma non escludenti”, ha spiegato ancora Nicola Boari, chief brand diversification officer, al timone nel progetto con Iannone. “Questa collezione segna l’inizio di un nuovo capitolo nella storia di Ferrari. Abbiamo tagliato circa il 50% delle vecchie licenze tenendo quelle più hi-level. Abbiamo sistemato la filiera privilegiando il Made in Italy. E abbiamo iniziato un percorso lungo che si porterà, poco per volta, verso il profitto. Partiremo da Italia e Usa per la distribuzione e nel 2022 toccherà alla Cina. Già oggi i primi capi del progetto approderanno da LuisaViaRoma. La laboreremo anche con Farfetch, per esempio, per assicurare uno sviluppo organico”, ha proseguito il manager. “Quello che ci aspettiamo è un ritorno immediato sull’immagine di Ferrari. Insieme con John Elkhan abbiamo lavorato per costruire un  percorso costante di sviluppo e stabile”. Si sussurra che l’investimento sia stato uno dei più importanti per Ferrari extra mondo auto e che gli step successivo vedranno schiacciare l’acceleratore su accessori e outerwear. “Nel novembre del 2019 abbiamo dichiarato che in dieci anni la brand diversification di Ferrari sarebbe arrivata al 10% dell’Ebit. Poi c’è stato il COVID che ha frenato i piani ma noi stiamo lavorando per questo”.

In questa direzione si inseriscono altri due progetti svelati in un week-end battezzato Ferrari experience: il nuovo concept store sperimentato per lo spazio di Maranello e che successivamente verrà applicato agli altri store nel mondo a partire da Milano. Pensato dallo studio Sybarite di Simon Mitchell, il monomarca racconta un’architettura di sci-di con rimandi al mondo delle auto e delle corse. Last but not least, Ferrari ha anche ripensato lo storico ristorante Il Cavallino, davanti all’headquarter di Maranello: una casa per il fondatore Enzo Ferrari che qui conduceva le trattative con i clienti e i piloti. A riprogettarlo una coppia d’eccezione: l’archistar India Mahdavi e lo chef stellato Massimo Bottura, insieme per creare un’esperienza unica. Per cementare ancora di più le tre F del Made in Italy nel mondo: fashion, food, furniture. Destinate a diventare quattro aggiungendo, di default, la F di Ferrari.

Giampietro Baudo

Da L’Officiel

© Ferrari

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