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23 Apr

Il seno (in mostra a Venezia) come catalizzatore per discutere le realtà socio-politiche

Situata nella rinomata cornice di Palazzo Franchetti (ACP Palazzo Franchetti), Breasts (Seno) la mostra collettiva curata da Carolina Pasti, ha fatto il suo debutto durante l’inaugurazione della 60a Mostra Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia dal 18 aprile al 24 novembre 2024. Breasts mette in mostra le opere di oltre trenta artisti emergenti e affermati provenienti da tutto il mondo, spaziando nei campi della pittura, della scultura, della fotografia e del cinema dal 1500 ai giorni nostri. Le opere in mostra esplorano come il seno sia stato compreso e rappresentato nell’arte attraverso culture e tradizioni diverse. Riflettendo su una serie di temi che vanno dalla maternità all’empowerment, dalla sessualità all’immagine corporea e alla malattia, la presentazione indaga su come il seno agisca come catalizzatore per discutere le realtà socio-politiche, sfidare le tradizioni storiche ed esprimere identità personali e collettive. La missione è quella di promuovere la consapevolezza sul cancro al seno a un pubblico più ampio attraverso il canale dell’arte.

La mostra si articola in cinque capitoli disposti nelle stanze del mezzanino del palazzo accessibili attraverso un ingresso coinvolgente e site-specific progettato dallo Studio Buchanan. Nella prima stanza viene esaminata la rappresentazione storica del seno e la costruzione delle narrazioni legate al corpo femminile, evidenziando come artisti moderni e contemporanei abbiano intervenuto in questi preconcetti consolidati. Il focus di questa esplorazione è sui Maestri del Rinascimento, esaminando specificamente l’iconografia della Madonna del Latte. Questa rappresentazione iconica non solo ha influenzato i ‘Ritratti della Storia’ di Cindy Sherman, ma mette in luce anche come artisti contemporanei come Richard Dupont, Teniqua Clementine Crawford e Sherrie Levine incorporano elementi rinascimentali nei loro dipinti figurativi. Un dipinto figurativo di Giorgio de Chirico mostra il periodo metafisico dell’artista, tratto dall’arte antica e dai rinomati maestri del passato.

BREASTS CELEBRA L’ICONOGRAFIA E IL SIMBOLISMO DEL SENO DURANTE LA 60. ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D’ARTE LA BIENNALE DI VENEZIA

Nella seconda stanza, Pasti esplora il seno come ispirazione per le pratiche scultoree. Lo spazio presenta un’opera d’arte multimediale di Marcel Duchamp, Prière de toucher (Si prega di toccare), che presenta un seno in gommapiuma fissato alla copertina del libro Le Surréalisme en 1947 e il “Nudo con Seni di Lumaca” di Salvador Dalí, che incarna la sua fascinazione per le donne – una musa misteriosa, idealizzata e ultraterrena soggetta all’immaginazione peculiare di Dalí e dei suoi contemporanei surrealisti. Prune Nourry, sopravvissuta al cancro al seno, presenta una scultura di un seno realizzata in vetro veneziano e bronzo.

Attraverso l’obiettivo della fotografia, la terza stanza esamina l’impatto dei media digitali sulla rappresentazione del seno. La fotografia surrealista di Robert Mapplethorpe e Irving Penn esplora rappresentazioni simboliche e non convenzionali che vanno oltre le manifestazioni tradizionali e letterali. Invece, impiegano elementi onirici, simbolici o astratti per evocare emozioni subconscie. A volte il seno veniva rappresentato come paesaggi misteriosi o forme astratte, staccate dal loro contesto abituale. L’intento era quello di suscitare meraviglia, desiderio o disagio, spingendo gli spettatori a mettere in discussione le percezioni convenzionali del corpo umano e della sessualità.

La terza stanza mostra anche come il seno sia stato utilizzato come dispositivo commerciale nel marketing e nella pubblicità, con il fascino sessuale che emerge come una tattica comune per promuovere i prodotti. Questa stanza approfondisce come i fotografi di moda, tra cui Oliviero Toscani, abbiano sfidato e sovvertito il ruolo convenzionale della pubblicità, creando intenzionalmente un senso di disagio e confusione.

Breasts presenterà inoltre Il Tetrarch (Claudia Schiffer) di Christopher Bucklow, con il corpo dell’icona della moda Claudia Schiffer come sua musa. Utilizzando la tecnica fotografica del foro stenopeico, Bucklow crea questa fotografia affascinante proiettando sagome su foglio di alluminio, tracciandole con oltre 25.000 fori stenopeici ed esponendo il foglio alla luce solare su carta fotografica. La fotografia Untitled (2 girls) di Lakin Ogunbanwo è ispirata alle modelle di moda in Nigeria. Il suo lavoro si muove tra la fotografia di moda e il ritratto tradizionale, conferendo a questa fotografia toni sfidanti, vibranti ed erotici.

La quarta stanza presenta artisti che frammentano, astraggono e destrutturano i seni nella loro arte, stabilendo connessioni con la cultura del consumo, il materialismo e la società contemporanea. Due temi distintivi emergono in questo spazio. L’elemento ludico emerge come un tema distinto, sfidando lo sguardo maschile e rivendicando un’agenzia. Infondendo un senso dell’umorismo, gli artisti sfidano le rigide nozioni riguardanti la forma femminile, interrompendo gli ideali convenzionali, il che porta a una conversazione più ampia sulla positività del corpo e sull’accettazione di sé.

Il manichino di Allen Jones risuona con influenze storiche come l’armatura e i paramenti religiosi, mentre Mastectomy Mameria di Charlotte Colbert è un monumento al potere, alla natura rigenerativa e al potenziale del corpo. Artisti come Louise Bourgeois e Aurora Pellizzi contribuiscono a una conversazione sull’identità, la cultura del consumo e la rappresentazione in evoluzione dei seni nell’arte. Laura Panno, il cui lavoro è stato ispirato dai seni per la maggior parte della sua carriera che si estende per 40 anni, si unisce a questo dialogo, insieme a Chloe Wise, il cui lavoro è stato creato esclusivamente per questa mostra.

“Breasts”: un racconto sul seno a Palazzo Franchetti

Un film di Laure Prouvost intitolato Four For See Beauties sarà proiettato nella quinta stanza. Girato nel 2022, il film di quindici minuti raffigura tre donne e il neonato dell’artista insieme a una serie di creature marine che richiamano le fasi della trasformazione della vita umana.

La curatrice Carolina Pasti ha stretto una collaborazione con la Fondazione IEO-MONZINO, dedicando il 30% dei fondi del catalogo per sostenere la causa della fondazione e la ricerca essenziale. La missione di questa mostra è quella di promuovere la consapevolezza sul cancro al seno a un pubblico più ampio attraverso il canale dell’arte. Il principale sponsor della mostra Breasts è il marchio italiano leader di lingerie e abbigliamento intimo, Intimissimi. Il marchio si impegna a sostenere le donne affinché “abbraccino il loro potere”, sottolineando la convinzione che ogni donna meriti di brillare.

All’ingresso della mostra, lo Studio Buchanan presenterà “Booby Trap”, un passaggio rosa ispirato al colore della consapevolezza del cancro al seno, caratterizzato da un soffitto di 35 luci a forma di seno. L’aspetto cartoonesco e uniforme delle luci a forma di seno cela le complessità che circondano il seno femminile e ciò che rappresenta in modo simbolico, maternità, malattia e sessualità.

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