Ormai da varie settimane vi racconto di personaggi e prodotti autentici del nostro paese, mi auguro che siano per voi spunti di riflessione, rivelazione e scoperta. Com’è stato per me il primo volume di Famiglia e Impresa. Storie di Cavalieri del Lavoro, presentato alla Casina Valadier di Roma pochi giorni fa – promosso dalla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro ed edito da Marsilio Arte – in occasione delle commemorazioni per i 120 anni dall’istituzione dell’ordine cavalleresco “al merito del lavoro”. All’evento hanno partecipato Maurizio Sella, presidente Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Virman Cusenza, giornalista, Luca De Michelis, amministratore delegato Marsilio Editori, Stefano Micossi, economista già direttore generale Assonime, Nicoletta Spagnoli, Cavaliere del Lavoro, presidente e amministratore delegato Luisa Spagnoli.
«L’idea di questo progetto editoriale – ha sottolineato Luca De Michelis – è stato per me motivo d’orgoglio e mi ha coinvolto direttamente proprio perché mio padre fu nominato Cavaliere del Lavoro. Il ruolo dell’editore è radicalmente cambiato nel tempo eppure ancora oggi rimane colui che ha la responsabilità di tenere insieme una filiera. Nelle aziende familiari, la costruzione di un’identità che perduri nel tempo è uno dei valori fondanti».
Settantacinque storie di impresa che hanno contribuito a inventare il Made in Italy.
Per ciascuna delle storie è stata redatta una sintesi dell’avventura imprenditoriale lungo l’arco di più generazioni, dal fondatore ad oggi, cui si accompagnano altrettante schede biografiche relative a tutti i componenti della famiglia insigniti dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro. Un vero e proprio saggio storico sulle personalità più brillanti, innovative e coraggiose (per non dire con gli attributi) che hanno contribuito alla ripartenza e alla crescita economica del Paese aumentando, di conseguenza, anche l’export italiano che oggi vale quasi un terzo del Pil. E qui mi soffermo brevemente per darvi qualche statistica; le aziende a dimensione familiare rappresentano il cuore pulsante del tessuto economico e sociale non solo italiano ed europeo, ma globale. In Italia, in particolare, le imprese familiari sono circa l’85% del totale delle aziende e il 65% delle imprese con fatturato superiore a 20 milioni di euro.
Mi rattrista solo non vedere nomi recenti tra la lunga lista di questi grandi e storici business. Come mai? Manca forse l’idea originale, la manodopera, l’investimento negli start-up, la cultura dell’innovazione? Onestamente non lo so, ma uno degli scopi del libro è proprio quello di incentivare i giovani, come ha dichiarato Maurizio Sella nel suo discorso introduttivo: «L’auspicio è che l’intraprendenza di queste donne e di questi uomini possa ispirare le future generazioni e instillare nei lettori la curiosità per storie che, nella loro diversità, hanno tutte concretamente contribuito a costruire il Made in Italy e fare grande il nostro Paese».
Un po’ di storia
L’Ordine al Merito del Lavoro viene istituito il 9 maggio 1901 ed è inizialmente conferito dal re per premiare i cittadini meritevoli nel settore agrario, industriale e commerciale del lavoro. Oggi, l’onorificenza è conferita in occasione della Festa della Repubblica agli imprenditori che si sono distinti nei settori dell’agricoltura, industria, commercio, turismo, artigiano, del credito e delle assicurazioni.
Dal 1934 vengono nominati ogni anno 25 Cavalieri del Lavoro. Lo sono già stati, per esempio, Giovanni Agnelli, Enzo Ferrari, Pietro Barilla, Guglielmo Marconi e Giovanni Treccani.
La prima riunione si tiene a Roma il 19 aprile 1903 ma l’associazione dei Cavalieri del Lavoro nasce ufficialmente nel dicembre del 1914, in occasione del secondo congresso nazionale a Roma, e viene trasformata in federazione solo nel 1922. Dopo tre anni, con la pubblicazione di un apposito decreto, la federazione diventa un ente morale grazie al suo primo presidente nazionale, il Senatore Giovanni Raineri. Tra le più significative iniziative da lui promosse: la fondazione per assegnare borse di studio ai figli degli operai e contadini deceduti sul lavoro e la costituzione dell’archivio storico con la documentazione personale di tutti i Cavalieri.
Nel 1986, sotto la presidenza di Alfredo Diana, viene introdotta la nuova legge che disciplina il conferimento dell’onorificenza facendo diventare la procedura di selezione più severa.
I Cavalieri del Lavoro dedicano grande attenzione alla formazione dei giovani, il secondo presidente nazionale della federazione Enrico Pozzani è, infatti, tra i promotori di quello che sarà il collegio “Lamaro Pozzani” di Roma, riconosciuto dal Ministero dell’Istruzione nel 2019 come collegio universitario di merito. L’impegno dei Cavalieri del Lavoro per una formazione di eccellenza viene declinato anche nel Premio Alfieri del lavoro istituito nel 1961.
La federazione cura anche l’archivio storico che, con le sue 2922 cartelle, rappresenta un importante materiale documentario sulle opere compiute dai Cavalieri in ogni campo di attività tant’è che nel 2011 viene riconosciuto “bene di interesse storico-archivistico particolare” dal Ministero dei Beni culturali.
Dal 1901 sono stati nominati 2947 Cavalieri del Lavoro. La storia continua e mi piace immaginare che i futuri Cavalieri del lavoro in questo momento stiano studiando per prepararsi alle sfide che li attendono oppure stiano già lavorando a quel progetto di lavoro che li porterà ad ottenere questo riconoscimento profondamente radicato nel passato e modernamente proiettato nel futuro.
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