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11 Mag

Le ricerche spazialiste di Arnaldo Pomodoro

Con la mostra L’inizio del tempo. Le ricerche spazialiste di Arnaldo Pomodoro, dal 6 marzo al 18 dicembre 2022, la Fondazione Arnaldo Pomodoro dà avvio a un nuovo ciclo di Open Studio, allestimenti temporanei negli ambienti dello Studio di Arnaldo Pomodoro che, con cadenza annuale, raccontano e approfondiscono temi e periodi poco conosciuti della ricerca dell’artista, esponendo operedocumenti e materiali d’archivio originali.

Protagonista del primo Open Studio è L’inizio del tempo n. 2 (1958 – 230 × 270 cm), un grande bassorilievo in piombo, zinco e stagno, proveniente da Colonia e restaurato nel corso del 2021.

L'inizio del tempo. Le ricerche spazialiste di Arnaldo Pomodoro

© Thomas Zieger

In quest’opera emblematica, che già evidenzia il clima di superamento dell’Informale, Pomodoro indaga lo sviluppo spaziale di una superficie non più strutturata dalle scritture segniche che caratterizzano i suoi esordi, ma concreta e consistente, animata da un segno gestuale e assoluto.

Accanto a L’inizio del tempo, si vedranno in mostra un gruppo di sculture, disegni e studi progettuali – alcuni in prestito dallo CSAC di Parma – e numerosi materiali d’archivio (fotografie, cataloghi, riviste, ritagli stampa, carteggi…), in un allestimento che dà conto della genesi dell’opera e del periodo di attività tra il 1957 e il 1964, fino ad arrivare alla realizzazione del Grande omaggio alla civiltà tecnologica (1960-1964 – 24 × 8 m) per la facciata dell’Università Popolare di Colonia, sintesi poetica tra le indagini su segno-scrittura e segno-materia, del quale vengono esposti gli inediti collage progettuali.

L'inizio del tempo. Le ricerche spazialiste di Arnaldo Pomodoro" a Milano

Nel Grande omaggio – prima prova dell’interesse e dell’impegno sul piano architettonico e urbano dell’artista – Pomodoro porta nella scultura, sulla vasta superficie di cemento e bronzo, una trafittura di tocchi, incavi, nodi, orme e impronte: un linguaggio illeggibile, ricco di storia, quasi simbolico e al contempo premonitore dei circuiti dei primi “cervelli elettronici”.

All’avvio degli Open Studio si lega, in parallelo, anche un nuovo corso delle Project Room, i cicli di mostre di artisti under 40 che si svolgono ogni anno nello spazio espositivo di Via Vigevano 9. A partire dal ciclo 2022 infatti, curatori e artisti saranno invitati a dare la loro personale interpretazione dei temi affrontati negli Open Studio. La Fondazione intende così creare un filo diretto tra le sue attività di indagine storica e quelle sui più recenti sviluppi del panorama artistico contemporaneo.

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