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9 Lug

Le sculture di Giuseppe Bergomi a Brescia

La mostra diffusa tra il Museo di Santa Giulia e il Grande miglio in Castello rende omaggio a uno dei maggiori esponenti della scultura figurativa contemporanea, attraverso 84 opere che ripercorrono l’intera carriera dell’artista bresciano. Dal 12 luglio all’1 dicembre 2024

Il percorso, ordinato cronologicamente, prende avvio dal 1978, anno in cui Bergomi esordisce alla Galleria dell’Incisione di Brescia con una mostra di soli dipinti, uno dei quali, Ritratto di famiglia, apre anche l’attuale rassegna.
L’evento, fondamentale per la sua carriera, lo convinse a lasciare la pittura per la terza dimensione. Nel 1982 dunque, sempre alla Galleria dell’Incisione, Bergomi realizza una personale con le prime terrecotte policrome, dalle quali, vista la presenza come modella della moglie Alma, si evince già l’importanza del biografico nella produzione dell’artista.

Nudo Orientale con Poltrona e cuscino, 2015, bronzo

Nudo Orientale con Poltrona e cuscino, 2015, bronzo

L’esposizione prosegue con sculture del calibro di Bagnante addormentata (1991) e Grande nudo di adolescente (1991), opere emblematiche della fase in cui, a cavallo tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta del secolo scorso, le terrecotte di Bergomi abbandonano il colore, richiamando piuttosto la tradizione scultorea antica, in particolare quella etrusca.

Dagli anni Duemila, Bergomi passa dalla terracotta al bronzo, dando vita a una nuova fase del suo lavoro in cui il colore, seppur su un nuovo supporto materico, torna a essere elemento caratterizzante. Tra le opere esemplari Interno di bagno con figura femminile (2001), Autoritratto (2004). Tra le creazioni spicca la grandiosa Ellisse, allestita negli spazi esterni del Museo di Santa Giulia, in un suggestivo dialogo tra i volumi e le architetture del monastero.

Ilaria con abito a righe 1998, terracotta policroma

Ilaria con abito a righe 1998, terracotta policroma

La mostra prosegue con le sculture più recenti, quando Bergomi accetta la sfida di confrontarsi con la statuaria pubblica attraverso opere quali Uomini, delfini, parallelepipedi realizzata nel 2000 per l’acquario di Nagoya in Giappone o il monumento dedicato a Cristina Trivulzio di Belgiojoso, prima scultura pubblica mai dedicata a Milano a una donna.

Chiudono idealmente la mostra la magnifica Africa con violoncello, esposta alla Biennale di Venezia del 2011, e l’opera inedita Colazione a letto (2024) che, attraverso la raffigurazione della moglie, delle figlie e delle nipoti, rende omaggio a tre generazioni della sua famiglia.

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