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15 Lug

Surrealismo a Cortina. La lunga linea dell’immaginazione

Farsettiarte questa estate a Cortina rende omaggio a quel movimento artistico che ha saputo rivolgersi, in contrapposizione alla realtà pervasa dalle tensioni dei conflitti mondiali, al mondo interiore, all’inconscio, ai sogni, alla magia e all’immaginazione, cercando modi alternativi di comprendere l’universo: Il Surrealismo.

Capolavori dei fondatori del movimento come Salvador Dalí, Joan Miró, René Magritte, Pablo Picasso, Man RayAndré Masson, Sebastian Matta, affiancati ad autori contemporanei, come a tracciare per l’appunto una lunga linea ideale dell’immaginario, quali Lucio del Pezzo Piero Gemelli, per citare solo alcuni nomi, verranno presentati nella sede ampezzana a partire dal 1 agosto fino al 4 settembre.

René Magritte, L'île au trésor

René Magritte, L’île au trésor 1942-43

Questo nucleo di opere, provenienti principalmente da prestigiose collezioni private, è accomunato dalla scoperta di una realtà altra, ritrovabile in altri mondi, quali quello della fantasia e dell’universo sommerso della parte più nascosta dell’animo umano.
L’articolato percorso espositivo includerà dipinti dei fratelli che André Breton considererà come i padri spirituali dell’avanguardia, Giorgio de Chirico (come Chevaux au bord de la mer del 1926), e Alberto Savinio, con un magico olio su tela del 1929, Le fantôme de l’Opéra.

Tra i soggetti protagonisti in mostra la donna, identificata dai Surrealisti come l’essere ‘’più meraviglioso e inquietante del mondo’’. Questa figura assume di volta in volta i diversi ruoli che l’immaginario di allora le fa incarnare: da vergine bambina, creatura celestiale, a strega, oggetto erotico, femme fatale. Tra le opere di questo soggetto spiccano un piccolo capolavoro su tavola del 1932 di Joan Miró e una gouache dell’amico Picasso, Femme nue assise.

Giorgio de Chirico, Chevaux au bord de la mer

Giorgio de Chirico, Chevaux au bord de la mer 1926

Nell’esposizione non mancherà poi quell’illusionismo di ordine onirico così abilmente rappresentato da Magritte in numerosi dei suoi dipinti (L’île au trésor, 1942-43), nonché quell’immaginazione introspettiva ritrovabile in particolar modo nelle opere di Ernst: in Quasimodo genetis la rappresentazione della foresta, uno dei luoghi preferiti e familiari dell’artista, permette all’arte di parlare della natura interiore dell’uomo con il fine di portare alla luce i risultati dei viaggi alla scoperta dell’inconscio.

Max Ernst, Quasimodo genetis

Max Ernst, Quasimodo genetis 1956

Nella mostra spicca anche una monumentale opera del 1937 di Gino SeveriniIl paradiso terrestre, che ricostruisce un Eden ideale in cui si fondono idillio classico e sogno.
Con ‘‘l’immaginazione al potere!’’ uno tra gli slogan preferiti di André Breton, il flusso disinteressato del pensiero riesce così a distruggere i meccanismi psichici rimasti e a sostituirli trovando rimedio ai principali problemi della vita.

La mostra di Farsettiarte costituisce dunque l’occasione per immergersi nella suggestione dell’ultima grande avanguardia del Novecento, il cui eco rimane vivo per tutto il secolo scorso e si riscontra ancora oggi, negli esiti più recenti dell’arte contemporanea.

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