La Costiera Amalfitana entra ufficialmente tra i patrimoni agricoli mondiali riconosciuti dalla Fao, grazie ai suoi limoneti, uliveti e vigneti terrazzati che da secoli modellano uno dei paesaggi più iconici d’Italia. È un riconoscimento al valore di pratiche agricole tradizionali che hanno reso fertile un territorio impervio e che oggi rappresentano un modello di sostenibilità e resilienza.
Il riconoscimento FAO
La Costiera Amalfitana ha conquistato un nuovo riconoscimento internazionale: il comitato scientifico della FAO l’ha iscritta tra i Sistemi del Patrimonio Agricolo di Importanza Globale (Globally Important Agricultural Heritage Systems GIAHS). Le caratteristiche decisive? I terrazzamenti in pietra a secco che rendono coltivabili limoneti, uliveti e vigneti in un territorio impervio e spettacolare, alimentando un equilibrio tra uomo e natura consolidato nei secoli. Con questo riconoscimento, l’Italia raggiunge quota tre siti GIAHS, accanto agli ulivi di Assisi e Spoleto e ai vitigni del Soave, iscritti nel 2018. Insieme alla Costiera Amalfitana, la FAO ha premiato due nuove aree giapponesi, testimoniando il valore universale di questi sistemi agrosilvo-pastorali tradizionali.
Saperi antichi, sostenibilità e bellezza
La proclamazione è anche un omaggio alle comunità locali. L’assessore regionale Nicola Caputo ha sottolineato la «resilienza dei nostri agricoltori» e la sapienza tramandata dalle generazioni, che hanno modellato un paesaggio unico con il limone Sfusato Amalfitano la cui raccolta avviene su pergolati di castagno sorretti unicamente da uomini agili, i cosiddetti “contadini volanti”, capaci di equilibri e gesti tramandati oralmente e per esperienza. Il sindaco di Amalfi, Daniele Milano, ha definito il risultato «un percorso lungo», valorizzando un modello di agricoltura sostenibile diffusosi dove sarebbe stato impossibile coltivare diversamente.



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