Dovevano essere di eccezionale bellezza le località dei Monti di Mola prima dell’avvento del turismo di massa. Una zona quasi totalmente disabitata, collocata nel nord-est della Sardegna, che dall’inizio degli anni ’60 dello scorso secolo ha visto trasformare radicalmente (e diremmo anche tragicamente) il proprio aspetto. Colpa della sete di profitto di pochi, del boom del turismo esclusivo, prima, poi di quello di massa (che rincorre quello esclusivo) per illudersi di essere uguale. Il tutto lasciando “offesa” una terra che avrebbe dovuto essere trattata meglio. Ma all’afflusso spropositato di persone attratte dalla “filosofia Billionaire” da qualche anno si contrappone la scommessa culturale del Costa Smeralda Classical Music Festival, rassegna musicale prevista quest’anno dal 21 al 29 settembre a Porto Cervo. La manifestazione porta il marchio del Consorzio Costa Smeralda, con la volontà di far conoscere Porto Cervo non solo come luogo di relax e villeggiatura, ma anche di arte e cultura. Direttore artistico del festival è il violinista di origine veneziana Guglielmo De Stasio che ci spiega meglio la scelta del luogo e del periodo dei concerti, lontano dai grandi flussi turistici: «Collaborando già da diversi anni con il Consorzio per l’organizzazione di alcuni concerti nella stagione estiva, e avendo avuto un ottimo feedback da parte del pubblico partecipante, si è pensato di iniziare un progetto pluriennale. La presidenza e la direzione del Consorzio hanno accolto la mia proposta con grande entusiasmo, pur accettando la sfida di programmare l’evento fuori stagione a fine settembre. Si è creato un team che lavora con grande passione e armonia, superando tutte le difficoltà che si possono presentare durante l’organizzazione con pazienza e collaborazione. Fino ad oggi abbiamo riscosso un ottimo successo superando ogni aspettativa di presenze alle serate del Festival». L’edizione di quest’anno vede un programma di grande livello. Tutti i concerti si terranno nel Conference Center della località della Costa Smeralda. Il debutto del festival è affidato il 21 settembre al giovanissimo pianista croato Ivan Krpan (vincitore del I° premio pianistico internazionale “F. Busoni” nel 2017) che sarà anche accompagnato da un quartetto composto da Guglielmo De Stasio e Annamaria Fornasier (violini), Ula Ulijona (viola), Mattia Zappa (violoncello). Il 23 poi sarà la volta del giovane violinista kazaco Roman Kim (che suonerà insieme all’Orchestra da camera del Costa Smeralda Classic Music Festival). Due giorni dopo salirà sul palco il trio formato da Pietro De Maria (pianoforte), Massimo Quarta (violino) ed Enrico Dindo (violoncello); tre numeri “uno” nel panorama musicale internazionale. Il 25 la sala da concerto ospiterà uno dei grandi pianisti dei nostri tempi: Ivo Pogorelich, che suonerà in solo e con l’orchestra d’archi del festival (diretta da Rafael Sánchez-Arana). Il 27 settembre la rassegna si concluderà con I Virtuosi dei Berliner Philarmoniker, compagine acclamata nei più grandi teatri mondiali. Scelte artistiche di grande livello, che aprono grandi prospettive future per il festival. Ma è ancora Guglielmo De Stasio a spiegarci come sono avvenute le scelte artistiche: «Avendo avuto alle spalle una lunga carriera concertistica svolta in tutto il mondo sia come solista che camerista, come pure primo violino di numerose orchestre, ho avuto modo di vivere tutte le situazioni possibili perciò ho potuto constatare di persona quali sono le esigenze dei musicisti quando vengono richiesti e ospitati nelle varie stagioni concertistiche. Perciò il presupposto mio parte dall’offrire ai miei ospiti la serenità e la voglia di condividere questo evento insieme, in un clima di amicizia e, non secondariamente, in un luogo meraviglioso quale è Porto Cervo e la Costa Smeralda. Così io ho pensato di costruire il Festival dando spazio a diversi protagonisti dell’ambiente musicale: un vincitore di concorso importante a livello internazionale, un giovane musicista in carriera, importanti musicisti italiani e della tradizione storica, e poi un nome celeberrimo. Anche se tutti gli ospiti sono di fama internazionale».
E infatti come artista di fama internazionale, quest’anno De Stasio, ha chiamato una “primula nera” tra i pianisti in attività: Ivo Pogorelich, enfant prodige alla fine degli anni ’70 e negli anni ’80, ora grande interprete che si concede poco alle platee, che ha accettato con piacere l’invito del festival sardo. «Sono stato in passato, in forma privata, in Costa Smeralda e ricordo il colore cristallino dell’acqua, i profumi intensi della natura. Ho accolto con piacere l’invito del festival a ritornare in quei luoghi meravigliosi». Raggiunto da PressRoom per parlare del concerto a Porto Cervo, abbiamo avuto modo di conversare anche d’altro, scoprendo del suo grande attaccamento al pubblico italiano: «L’Italia è un Paese che è necessario al mio sistema, un Paese unico per le sue bellezze artistiche. È il Paese dove 41 anni fa ho avuto il mio primo successo internazionale al Concorso Casagrande di Terni, nel 1978. Mi innamorai subito dell’Italia e questo amore dura ancora oggi». Poi alla domanda se ha notato un cambiamento nel pubblico che assiste ai suoi concerti, Pogorelich ha affermato: «No, non direi, perlomeno io dal palco non lo noto. Ai miei concerti assistono persone di tutte le età, così era e così è anche oggi. All’estero, soprattutto in Oriente, il pubblico giovane è più numeroso». Nel repertorio che Pogorelich è solito presentare in concerto ci sono composizioni di Bach, Beethoven, Brahms, Chopin, Haydn, Liszt, Prokofiev, Ravel, Scarlatti, Schumann, Skrjabin, Tchaikovsky, così la nostra curiosità si è spostata verso gli autori che vorrebbe “esplorare” in futuro. «Ci sono diversi compositori che vorrei studiare e conoscere, spero che venga il momento giusto. Il repertorio pianistico è cosi ampio che una vita non è sufficiente per conoscerlo tutto». Il tempo stringe e abbiamo solo l’opportunità di chiedergli se ci sono giovani pianisti che potrebbero affermarsi nei prossimi anni: «Sono molto impegnato con il mio lavoro e ho poche occasioni, per non dire nessuna, di assistere a concerti di altri pianisti. Non ho la conoscenza necessaria per poter rispondere a questa domanda».
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