La preannunciamo per tempo, poiché vale la pena organizzarsi e non perdersela. Sarà presentata a Milano, negli spazi espositivi di Palazzo Reale, grazie a Mondo Mostre Skira, la mostra “Dentro Caravaggio”, la cui apertura è prevista dal 28 settembre sino al 28 gennaio 2018. Come spiegano gli stessi organizzatori, qui vi sarà il racconto della straordinaria produzione di Michelangelo Merisi da Caravaggio, ripercorso in una prospettiva nuova e inesplorata, ovvero riletta alla luce delle novità cronologiche emerse dai documenti e dalle ricerche più recenti. Il tutto anche a partire dall’approfondito studio promosso dal Mibact nel 2009, che ha portato a termine interessanti indagini diagnostiche (radiografie, riflettografie, macrofoto e xfr, eseguite con strumenti di ultima generazione) sulle ventidue opere autografe del maestro ancora conservate a Roma e qui ora, per la prima volta assieme, esibite a Milano.
Una ventina di capolavori del Maestro, tra cui ad esempio il San Giovanni Battista della Galleria Corsini di Roma, il Riposo durante la fuga in Egitto della Galleria Doria Pamphilj o il San Francesco in meditazione di Palazzo Barberini. Così come Buona Ventura, l’olio su tela datato 1594-1595 e conservato alla Pinacoteca dei Musei Capitolini di Roma, per cui una radiografia ha messo in evidenza la stesura di un dipinto sottostante con una Madonna dalle mani giunte, in cui si riconoscono velo, aureola e braccia.
È così che questo artista, misterioso e affascinante, torna in mostra a Milano, in una esposizione a cura di Rossella Vodret, dopo la grande esibizione che lo vide protagonista nel 2010 alle Scuderie del Quirinale. E lo fa sotto una nuova luce. Quella appunto delle indagini diagnostiche di cui si diceva, così come delle ricerche documentarie, compiute in questi ultimi anni sulle carte dell’Archivio di Stato di Roma, che hanno cambiato profondamente la cronologia dei primi anni romani del genio lombardo, modificando la scansione cronologica delle sue opere giovanili e ancor più aprendo nuovi interrogativi rispetto ad alcuni periodi “vuoti” nella sua attività.
Dagli strati di pittura da cui sono emerse immagini “nascoste” alla diversa datazione di alcuni lavori, l’esposizione diviene quindi anche occasione per sfatare il mito, oramai consolidato, di un Caravaggio che non disegnava. Segni di disegno sono infatti ad esempio emersi nella realizzazione del viso del Ragazzo con il canestro di frutta. Insomma, a Palazzo Reale saranno presentate una serie di opere chiave per ripercorrere e illustrare quelle che sono state le modalità tecnico-esecutive di Caravaggio e il loro sviluppo nel tempo, mostrate al fianco delle immagini diagnostiche più significative emerse dalle analisi. Così la mostra pare profilarsi chiaramente come utile percorso nell’evoluzione della tecnica esecutiva del grande pittore lombardo e del suo modo di dipingere.
Nessun Commento