IL CONCORSO INTERNAZIONALE PROMOSSO DA PINK LADY CELEBRA GLI SCATTI CHE SANNO MEGLIO RACCONTARE IL CIBO E LE RELAZIONI CHE CON ESSO HANNO A CHE FARE. LA FOTO DELL’ANNO ARRIVA DALLA CINA, MA C’È SPAZIO ANCHE PER L’ITALIA.
Il concorso e la foto dell’anno
Dal 2011, il concorso internazionale Food Photographer of the Year promosso da Pink Lady individua e premia gli scatti capaci di raccontare il cibo nelle sue molteplici variabili e implicazioni sociali, economiche, culturali. Si tratta del più importante riconoscimento per la food photography, e ogni anno richiama fotografi professionisti e amatori che si contendono, con le loro foto migliori, i diversi riconoscimenti di categoria. Solo uno, però, può conquistare il titolo più ambito, che nel 2021 spetta al cinese Huaifeng Li, per il suo ritratto di famiglia in interno, di una densità quasi pittorica, grazie all’uso sapiente della luce. La foto, scattata nel 2016 a Licheng, ritrae una famiglia intenta nel preparare ravioli, e tutta la scena è illuminata dal sorriso di una bambina, che vive questo momento di intimità familiare come un gioco, mentre il papà e la mamma voltano le spalle all’obiettivo, concentrati sul proprio lavoro. Intitolato semplicemente Taste, lo scatto si aggiudica il primo posto nella categoria Food for the Family, ma anche la vittoria finale, per l’esecuzione tecnica coerente con l’obiettivo di mostrare la gioia di preparare cibo insieme: “Uno scatto eccezionale che ci dimostra come la fotografia non abbia bisogno di essere disturbante a tutti i costi per essere memorabile”, spiega la direttrice del premio Caroline Kenyon.
I premi di categoria. Dalla macellaia alla tavola dei rifugiati
Durante la cerimonia online trasmessa su YouTube, sono stati rivelati anche i premi di categoria: tutti i vincitori parteciperanno, il prossimo autunno, alla mostra in programma presso la Royal Photography Society di Bristol, una delle più antiche società fotografiche del mondo. E tra loro ci sarà anche l’italiana Marina Spironetti, insignita fotografa dell’anno con il primo posto nella categoria The Claire Aho Award for Women Photographers per il ritratto di una giovane macellaia (Martina) al lavoro a Panzano in Chianti, presso la macelleria di Dario Cecchini. La fotografa umbra, originaria di Orvieto, ottiene anche il terzo piazzamento in una delle sezioni dedicate al vino, per la categoria Luoghi, con uno scatto di paesaggio immortalato tra le vigne delle Langhe, da una prospettiva inconsueta, Dentro al Cubo (come si intitola la foto) della tenuta Bricco Rocche, con Federico Ceretto – e la sua ombra – protagonisti di un insolito ritratto. Il fotografo dell’anno per la categoria vino è però spagnolo: Oscar Olivera si aggiudica il premio fermando un momento della raccolta dell’uva a Saussignac, in Francia, nel primo giorno di vendemmia allo Chateau de Ganfards. Ma tra gli scatti premiati c’è spazio anche per la comicità involontaria della fotografia da matrimonio dell’anno, con John Armstrong Millar capace di riprendere due novelli sposi goffamente intenti nel taglio di una torta che fa scintille; e un giorno di compleanno ripreso ancora una volta da Huafeing Li, nella stessa stanza protagonista della foto dell’anno, con la famiglia riunita per il momento delle candeline. Ma anche l’opulenta natura morta tra agrumi, ortaggi e radici del tedesco Martin Grunewald (per la categoria Food Stylist) e l’asciugatura dei noodle di riso immortalata in Bangladesh, da Abdul Momin.
O quattro vecchi amici riuniti intorno a un tavolo in Georgia a Tskaltubo, nella desolazione di un alloggio di fortuna che accoglie i rifugiati dell’Abkhazian, vittime di un conflitto trentennale con la Georgia. Uno scatto potente, vincitore per la categoria Politics of Food, realizzato dal fotografo italiano Sandro Maddalena (già premiato nel 2014).
“La gamma e la qualità delle immagini quest’anno è stata straordinaria” chiosa Caroline Kenyon “Raccontano storie di cibo e bevande commoventi, belle, istruttive e divertenti di ogni tipo provenienti da tutto il mondo, un mondo ancora colpito dalla pandemia, e ci mostrano come cibo e vino ci connettono tutti”.
Livia Montagnoli
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