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28 Mag

Novel food, non solo insetti

Novel food, ovvero il cibo che verrà. O meglio, che c’è già. Di che cosa si tratta? I novel food sono alimenti o ingredienti considerati “nuovi” rispetto a quelli tradizionalmente intesi, un concetto introdotto per differenziarli da quelli consumati in modo significativo prima del Regolamento CE 258 del 1997, che distingueva quattro categorie di nuovi prodotti e di nuovi ingredienti alimentari così composte: prodotti e ingredienti alimentari con una struttura molecolare primaria nuova o volutamente modificata; prodotti e ingredienti alimentari costituiti o isolati a partire da microrganismi, funghi o alghe; prodotti e ingredienti alimentari costituiti da vegetali o isolati a partire da vegetali e ingredienti alimentari isolati a partire da animali; prodotti e ingredienti alimentari sottoposti ad un processo di produzione non generalmente utilizzato che comporta cambiamenti significativi del valore nutritivo, del loro metabolismo o del tenore di sostanze indesiderabili.

Spirulina

In estrema sintesi erano tutti quei prodotti per i quali non era dimostrabile un consumo significativo al 15 maggio 1997 all’interno dell’Unione. Poi la normativa è cambiata. Oggi i novel food sono disciplinati dalla legislazione alimentare comunitaria con il Regolamento Ue 2015/2283 entrato in vigore il primo gennaio 2018. Come riporta il sito del Ministero della Salute, si tratta di “tutti quei prodotti e sostanze alimentari privi di storia di consumo significativo al 15 maggio 1997 in UE, e che, quindi, devono sottostare ad un’autorizzazione, per valutarne la loro sicurezza, prima della loro immissione in commercio”. Eppure il Sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi (Rasff) individua spesso la presenza di novel food non autorizzati nel cibo o negli integratori che ingeriamo tutti i giorni, a dimostrazione del fatto che con il mercato globale è difficile tenere sotto controllo tutti gli alimenti che arrivano sulle tavole dei fruitori. Tra i tanti novel food che oggi possono rientrare nel paniere del consumatore abbiamo i semi di chia, provenienti dall’America centrale, che contengono omega-3, proteine vegetali, aminoacidi essenziali e sono anche antinfiammatori. Il cosiddetto “caviale di lumaca”, cioè le uova fresche di chiocciola, prive di grassi ma ricche di sali minerali. L’olio di Cbd (cannabidiolo), sostanza estratta dalle foglie e dalle infiorescenze della canapa che ha effetti rilassanti. Ha invece un effetto contrario al relax la pianta Ilex guayusa, originaria dell’Ecuador ma prodotta in tutta l’Amazzonia, le cui foglie sono molto ricche di caffeina; l’estratto acquoso di foglie essiccate di Ilex guayusa è consentito. Anche alcune meduse probabilmente saranno a breve ammesse tra i novel food: ricche di proteine e minerali ma povere di lipidi e carboidrati, sono un cibo tradizionale in Cina e nei paesi del Sud-est asiatico – dove sono utilizzate da oltre 2.000 anni, con un impatto significativo anche sull’economia – e sono pronte per entrare nel mercato europeo.

Haepari-naengchae (insalata di meduse). Piatto coreano.

Tra i novel food di recente utilizzo c’è l’alga spirulina, che in realtà è un ciano batterio e viene considerata un superfood per le elevate quantità di fibre, carboidrati e vitamine. Un altro prodotto nuovo è l’olio di krill antartico (Euphausia superba) ricco di fosfolipidi: si ottiene mediante ripetuti lavaggi con un solvente approvato dalla direttiva 2009/32/CE per aumentare il tenore di fosfolipidi dell’olio, solvente che viene eliminato dal prodotto finale tramite evaporazione. Tra gli alimenti consentiti e nuovi ci sono il succo di frutta, la purea o il concentrato in polvere di Morinda citrifolia (Noni), pianta esotica che contiene 160 composti nutriceutici, conosciuta da millenni nelle isole polinesiane per le sue proprietà, tra le quali quella energetica, analgesica e stimolante del sistema immunitario. E’ recentissimo l’ingresso di alcuni insetti come nuovi alimenti approvati dalla commissione europea da commercializzare nel mercato Ue, primi tra tutti i vermi gialli della farina essiccati, cioè le larve del tenebrione mugnaio (Tenebrio molitor), considerati “fonte di proteine utili per l’alimentazione”. In verità esistono tante famiglie di insetti edibili nel mondo – tra cui coleotteri (maggiolini e scarafaggi), ortotteri (locuste, grilli, cavallette), aracnidi (ragni e scorpioni), omotteri (cicale) – ma rappresentano una realtà nutrizionale che difficilmente troverà spazio in Europa, dove manca la tradizione del loro consumo a tavola. Diverso il discorso della Cina dove è consuetudine cibarsi di bachi da seta, cicale o grilli, o della Thailandia dove nei ristoranti, ma anche come street food, l’offerta di insetti fritti, bolliti o alla griglia è vasta, per non parlare dell’Africa, dove la larva di lepidottero, fresca o essiccata, in salamoia o stufata è ancora oggi l’insetto più consumato.

 

1Commento
  • Natalia Bonasi

    Interessante articolo sull’alimentazione che forse rende accettabile l’idea di un cibo animale diverso dal consueto… Credo, però, che per noi ci vorrà altro tempo per provare ad assaggiarlo…

    29/05/2021 at 19:29 Rispondi

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