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19 Mar

Superbarocco genovese alle Scuderie del Quirinale

Le Scuderie del Quirinale riaprono al pubblico con un nuovo grande viaggio per raccontare la straordinaria stagione e i più importanti artisti presenti a Genova tra il 1600 e il 1750.
Nelle sale delle Scuderie, i loro studi per la ricerca del movimento, i giochi di luci e ombre, l’uso del colore, le forme monumentali e una moltitudine di sinuosi elementi decorativi: tutti questi elementi hanno contraddistinto una fase di stupefacente creatività definendo lo stile del Barocco genovese.

Valerio Castello, Diana e Atteone con Pan e Siringa, 1650 -1655 circa, olio su tela, 165,1 x 251,5 cm, West Palm Beach, Florida, Norton Museum of Art, dono di R. H. Norto Inv.49.3

Valerio Castello, Diana e Atteone con Pan e Siringa, 1650 -1655 circa

La mostra “SUPERBAROCCO. Arte a Genova da Rubens a Magnasco” è curata da Jonathan Bober, a capo del Department of Old Master Prints della National Gallery di Washington, da Piero Boccardo, già direttore del genovese Palazzo Rosso e fra i massimi esperti mondiali della materia e da Franco Boggero storico dell’arte ed esperto di pittura ligure del Cinquecento e del Seicento.

Entrando in mostra, tutti i visitatori potranno immergersi in quelle atmosfere, cariche di lusso e bellezza, tipiche dei palazzi e delle residenze di una città potente, sontuosa e unica come Genova.

Le vesti dei ritratti di Rubens e di Van Dyck, le suppellettili che affollano le tele di Giovanni Benedetto Castiglione, le lussureggianti composizioni barocche di Domenico Piola e di Gregorio De Ferrari, i capricciosi paesaggi di Magnasco, il ricorrente impiego di materiali preziosi come il marmo di Carrara, il pregiatissimo argento e l’ametista, testimoniano l’opulenza del periodo in un allestimento che saprà coinvolgere i visitatori nelle avventurose vicende della Genova dell’epoca.

La mostra si apre con una meravigliosa sala dedicata a Rubens che anticipa, nelle opere che l’artista realizza per i committenti genovesi, la grammatica barocca vera e propria facendola dialogare con un linguaggio ancora precedente. Da Palazzo Spinola arriva Orazio Gentileschi e il suo particolare equilibrio tra chiari e scuri, nella ricerca luministica così come nella descrizione della scena, di ispirazione caravaggesca.

Bernardo Strozzi, La cuoca, 1625, olio su tela, 176 x 186 cm, Genova, Musei di Strada Nuova – Palazzo Rosso, © Musei di Strada Nuova

Bernardo Strozzi, La cuoca, 1625

Il racconto prosegue con la risposta di Genova e degli artisti genovesi a questa incredibile sollecitazione artistica che arriva da fuori città. L’intervento più importante è sicuramente quello di Bernardo Strozzi, primo grande artista genovese ad assorbire le influenze dei fiamminghi, che accoglie lo stile di Rubens mescolandolo a una poetica ancora caravaggesca.

Il percorso espositivo segue questa rincorsa alla magnificenza arrivando alla più incredibile stagione della ritrattistica genovese con gli straordinari dipinti di Antoon Van Dyck per le più importanti famiglie genovesi con i prestiti di Palazzo Rosso a Genova, arrivano i ritratti di “Anton Giulio Brignole-Sale” e “Paola Adorno Brignole-Sale”, dalla National Gallery di Washington la figura elegante ed enigmatica di “Elena Grimaldi Cattaneo” e del Getty Museum di Los Angeles il magnificente ritratto di “Agostino Pallavicino in veste di Ambasciatore al pontefice”.Il viaggio nel barocco attraversa poi vari temi tipici della produzione artistica dell’epoca: l’esplosione dei colori e degli elementi della natura nell’Arcadia fantastica del Grechetto, gli esperimenti di controluce nella pittura di interni di Assereto e poi le audaci visioni mistiche di ProcacciniDe Ferrari e Piola.

Il culmine dello splendore genovese si raggiunge nel lusso, nei fasti e nella ricchezza delle chiese e delle dimore che diventano veri e propri teatri dell’esibizione della propria posizione sociale e politica. Nelle nostre sale si potrà rivivere la magia di quelle atmosfere opulente e scenografiche attraverso esempi tipici del barocco per la grande decorazione di interni: dalla progettualità decorativa fino alla sua realizzazione per mostrare un Barocco divenuto linguaggio applicato a ogni campo dell’espressione artistica e creativa.

Antoon van Dyck, Agostino Pallavicino in veste di ambasciatore al pontefice, 1621 o 1623, olio su tela 216,2 x 141 cm, Los Angeles, The J. Paul Getty Museum © Getty’s Open Content Program

Antoon van Dyck, Agostino Pallavicino in veste di ambasciatore al pontefice, 1621 o 1623

Questo lungo e stupendo viaggio termina con uno degli artisti genovesi più visionari che ha saputo magnificare persino il crepuscolo della Repubblica: Alessandro Magnasco, un unicum nella storia dell’arte riconoscibile per la sua particolare poetica. Al termine, una veduta malinconica e struggente di una Genova ritratta dando le spalle al mare, con in primo piano un gruppo di nobili minuscoli rispetto al panorama, quasi a simboleggiare la loro ormai ininfluenza politica e a testimoniare, con eleganza e raffinata tragicità, la fine dei fasti repubblicani.

La mostra racconta – svelando opere, capolavori e meraviglie di un’epoca intera – la parabola, quasi unica nella storia, di una città divenuta il centro del mondo: Genova, la Superba.

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