“Narciso. immagini di riflessi” è l’emblematico titolo della mostra fotografica di Ortensio Zecchino, in programma fino all’11 settembre 2022 al Vittoriale a Gardone Riviera (BS), presso il ricovero del MAS 96, inaugurata il 12 marzo in occasione dell’evento che il presidente del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri, ha voluto titolare “Forme uniche di continuità nel tempo”.
“Narciso – scrive Guerri nella prefazione al catalogo della mostra edito da Cigno GG Edizioni – ci riporta al tema dello sdoppiamento dell’io e alla sfida dell’uomo “ad affrontare la decisiva prova d’incontrare se stesso”, come scrive Zecchino, al “vanitoso compiacimento di rimirarsi”: per questo amo lo specchio che Gabriele d’Annunzio volle mettere nell’anticamera degli ospiti sgraditi, dove il poeta fece attendere Mussolini affinché potesse leggere bene la frase che vi è impressa: “Teco porti la maschera di Narciso, o mascheraio, ma ricorda che sei vetro contro acciaio”, a ricordare la superiorità dell’arte e dell’intelletto su qualsiasi potere.”
Al mito di Narciso ricordato dal Poeta si richiama anche Ortensio Zecchino, che vede come ipostatizzato nel racconto di Ovidio il fenomeno dei “riflessi”: immagini e realtà che si specchiano, si guardano, si sdoppiano e che Zecchino coglie, attraverso i suoi scatti (circa 60 le fotografie esposte), tra giochi d’acqua e di luce, tra vetri e superfici specchianti mostrando evanescenze, illusioni, echi e riverberi di città e di luoghi iconici: Venezia, Roma, San Pietroburgo, Firenze, Roma, ma anche Tivoli, con le maestose vestigia delle ville romane e rinascimentali, Capri e la piccola Procida specchiata nel suo mare.
Al di là dell’elemento metaforico, della vera conoscenza di sé e della realtà, delle meditazione su come l’istinto umano porti all’autocompiacimento e alla vanità, le immagini riflesse possono donare vere emozioni immergendoci in un mondo favolistico, in cui la realtà specchiata si offre a mille suggestioni.
La prismatica valenza del ‘riflesso’, suggerisce lo stesso Zecchino, è come condensata nella fotografia.
Attraverso essa infatti, contrariamente a quanto fantasticato da Oscar Wilde nel suo famoso “Il ritratto di Dorian Gray”, l’immagine catturata rimane immutata e duratura, impermeabile ai cambiamenti cui è invece sottoposta, inesorabile, la realtà. E’ l’immagine riflessa che sopravvive all’immagine reale.
“E poi – conclude l’autore nelle sue riflessioni in catalogo – la fotografia, da quando, quasi due secoli fa, il geniale Thomas Sutton ha inventato il sistema “reflex”, per questo essere frutto di un doppio riflesso, è la testimone più significativa e tangibile del misterioso e magico fenomeno della riflessione”.
La mostra è promossa dalla Fondazione il Vittoriale degli Italiani e da Il Cigno GG Edizioni di Roma, con la collaborazione di Villaggio Globale International. Hanno partecipato al progetto Le 2ue Culture e Fondazione Biogem.
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