È il giorno di “Ricciardo e Zoraide”, il giorno di Rossini e del Rossini Opera Festival che, con questo dramma serio, inaugura la sua 39esima edizione. Per l’occasione, ho intervistato Michael Gianfrancesco, scenografo e costumista di Toronto il cui lavoro è stato visto in tutto il Canada nelle produzioni di teatro, opera e danza. Gianfrancesco ha ricevuto prestigiosi premi: nel 2008 il premio “Virginia e Myrtle Cooper” in Costume Design dalla “Ontario Arts Foundation”, poi il “Tyrone Guthrie Award” e il “Jackson Jackson Award” dello Stratford Shakespeare Festival; infine è stato nominato per tre “Dora Awards”.
Potrebbe tratteggiare brevemente la sua formazione ?
Sono cresciuto a Cambridge, nell’Ontario, e ho frequentato un’incredibile scuola superiore che aveva un programma artistico: qui ho iniziato a fare teatro. Dopo il liceo, sono andato alla Concordia University di Montreal per studiare design per il teatro e l’arte visiva. Vivere a Montreal mi ha offerto tante opportunità: vedere spettacoli teatrali, musicali, d’opera e di danza è stato molto stimolante. Inoltre, mi sono “allenato” al Banff Center for the Arts e poi, per molti anni, ho lavorato come assistente sceneggiatore al Festival di Stratford: sono state entrambe preziose esperienze! Lo Stratford Festival ha uno dei migliori atelier di costumi del Nord America ed ho imparato tanto dal lavorare assieme ai suoi talentuosi creatori di costumi e designer.
Da dove viene la sua passione per i costumi?
Mi sono interessato al teatro in giovane età. Da adolescente mi piaceva guardare lo show televisivo “Fashion Television” con Jeanne Beker: le sfilate di “haute couture” mi hanno completamente affascinato e ho adorato alcune creazioni “oltraggiose” e fantasiose. Mi piace la storia dell’arte e studio molto i dipinti, che sono una grande fonte di informazioni per la creazione di costumi di scena. Come le persone si sono vestite nel corso della storia è importante per conoscere la società, la politica e le condizioni della vita del passato. La ricerca e il lavoro con i tessuti è per me infinitamente interessante, una delle maggiori sfide e ispirazioni per la creazione di un costume. Sono spesso ispirato prima dal tessuto!
Se non fosse diventato costumista, quale attività le sarebbe piaciuto svolgere?
Adoro il buon cibo, l’architettura d’interni e l’arredamento. Probabilmente sarei diventato interior design; un giorno mi piacerebbe creare interni per spazi pubblici come hotel e ristoranti.
Quali sono le sue fonti d’ispirazione?
Come ho accennato prima, sono molto ispirato dall’arte visiva sia contemporanea che antica. Un elemento importante del mio processo creativo è la visita a musei e gallerie d’arte: è lì che vedo cose che suscitano idee da sviluppare. Ho una grande collezione di libri a cui faccio riferimento costantemente e che continuo ad aggiornare, per me è importante poter avere spunti a portata di mano! Oltre a ciò, il viaggiare per me è una delle cose più stimolanti. Sperimentare altre culture mantiene la mia mente aperta e impegnata, penso che sia essenziale essere costantemente pronti ad accogliere cose, ambienti e forme d’arte nuove.
Mi parli del suo metodo di lavoro: come si costruisce un personaggio?
La creazione di un personaggio consiste nella combinazione di diversi elementi. Ovviamente la sceneggiatura e la musica forniscono una certa quantità di informazioni; a questi si aggiunge l’idea del regista, il periodo di ambientazione e l’attore o il cantante che interpreterà il ruolo. Penso che sia incredibilmente importante considerare l’artista quando si viene a creare un personaggio: questo per me è fondamentale! Idealmente, il costume di scena dovrebbe riflettere la combinazione di tutti questi elementi, quasi essere un’estensione dell’artista che lo indossa.
Lei ha disegnato molti costumi per importanti musical ed opera teatrali. Qual è il suo rapporto con il mondo dell’opera lirica?
Ai tempi dell’università a Montreal, ho avuto molti amici che studiavano canto lirico alla McGill University. Mi è piaciuto molto andare per la prima volta all’opera, alla fine sono stato coinvolto in molte produzioni liriche alla McGill e da lì ho iniziato a lavorare per l’opera. A Toronto, ho lavorato molto su “opere da camera” composte da musicisti contemporanei con una compagnia chiamata “Queen of Puddings Music Theatre”: sono state produzioni molto interessanti. Recentemente ho progettato la scenografia per la produzione canadese “Louis Riel” presso la Canadian Opera Company, in programma per il 150 ° anniversario del Canada.
Parliamo del suo ultimo lavoro: “Ricciardo e Zoraide” di Rossini per il Rossini Opera Festival. Come si è avvicinato al teatro rossiniano? E al progetto teatrale del regista Marshall Pynkoski?
Il regista Marshall Pynkoski mi ha invitato a disegnare i costumi per questa produzione. A Toronto, Marshall gestisce una compagnia d’opera, “Opera Atelier”, insieme alla co-art director Jeanette Lajeunesse Zingg, ben nota per mettere in scena opere del XVII e XVIII secolo. In precedenza, avevamo collaborato a una produzione di “Alcina”. Per questa produzione italiana, Marshall, Jeanette, lo scenografo Gerard Gauci e io ci siamo preparati insieme per un anno. È stato emozionante lavorare su un’opera che viene eseguita raramente e creare uno spettacolo ispirato al mondo islamico del XIX secolo. Molte delle nostre idee si sono evolute a partire dalla ricerca che abbiamo fatto sulla storia dell’ornamento, dell’architettura e dell’abbigliamento islamici. Il lavoro di Marshall e Jeanette si distingue per la qualità utilizzata nella riproduzione in scena del mondo islamico ed i costumi sono pensati per supportare questa visione. La produzione di “Ricciardo e Zoraide” è una combinazione di due mondi artistici: l’opera ed il balletto. Una delle maggiori sfide è stata lavorare da lontano: cercare di selezionare i tessuti senza vederli e toccarli è sempre difficile, per comunicare ad altri idee visive significa che devi essere incredibilmente preciso, visto che non ero in grado di essere nei negozi di tessuti ed ornamenti fin dall’inizio. Per questo progetto, ho avuto un’eccellente collaboratrice, Elena Cicorella, che ha lavorato con me nella realizzazione dei disegni nel negozio di costumi di Milano ed è stata parte integrante nel far sì che molti dettagli fossero fatti correttamente. È stato un onore essere invitato al Rossini Opera Festival ed è stata una bellissima esperienza far parte di questa produzione proprio a Pesaro, la casa di Rossini.
In questa produzione rossiniana, i protagonisti sono due divi dell’opera lirica: Juan Diego Florez nel ruolo di Ricciardo e Pretty Yende come Zoraide. Come si è relazionato con loro nella realizzazione dei costumi di scena?
Una delle sfide del lavoro iniziato così in anticipo è che devi prendere molte decisioni senza aver mai incontrato personalmente gli artisti. Fortunatamente, penso di aver scelto colori e tessuti che funzionano bene sia per Pretty Yende che per Juan Diego Florez. Iniziate le prove, abbiamo avuto il tempo di adattare e rielaborare i loro costumi. Sono entrambi artisti molto dinamici ed è stato molto eccitante per me creare degli abiti per loro. Mentre sto parlando con lei, stiamo per fare la nostra seconda prova generale per la quale abbiamo apportato alcune modifiche ai costumi: non vedo l’ora di vedere il risultato sul palcoscenico! Sia Pretty che Juan Diego durante le prove sono stati molto simpatici e affabili, sono straordinari da guardare mentre si esibiscono!
Vi è un costume preferito fra quelli realizzati per “Ricciardo e Zoraide”?
Ho davvero apprezzato il design del costume per Agorante, interpretato da Sergey Romanovsky. Il suo personaggio entra all’inizio dell’opera, tornando da una battaglia. Sergey indossa un enorme mantello nero ed oro che muove sul palco per rivelare una corazza in pelle dorata. Lui lo porta con tale autorevolezza da renderlo questo abito di scena così importante molto naturale e credibile.
Il segreto del suo lavoro …
Devi essere pronto a qualsiasi cosa per cambiare in qualsiasi momento!
Progetti futuri?
Sto preparando la scenografia per una nuova opera alla Canadian Opera Company. È una produzione di “Adriano”, con musiche di Rufus Wainwright e libretto di Daniel McIvor. Dopo, lavorerò a “Billy Elliot” e “Little Shop of Horrors” allo Stratford Festival.
In copertina: Pretty Yende (Zoraide) e Juan Diego Florez (Ricciardo), costumi di Michael Gianfrancesco, foto di Amati Bacciardi
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