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22 Mag

Margherita Rotondi: il mio atelier delle arti a Palazzo Pesce

Margherita Rotondi

Dalla passione per il canto lirico alla professione di cantante, fino all’ambiziosa intrapresa che oggi più la impegna: la gestione di Palazzo  Pesce,  una fastosa dimora storica di fine ‘700, situata nel cuore di Mola di Bari e divenuta oggi Atelier delle Arti. È Margherita Rotondi, mezzosoprano, una laurea in ingegneria elettronica e il diploma in canto con il massimo dei voti sotto la guida del mezzosoprano Nicoletta Ciliento presso il Conservatorio di Bari. Si specializza in Canto Barocco con il contralto Sonia Prina presso il Conservatorio di Ferrara, conseguendo la laurea di secondo livello con votazione 110 e lode e menzione. Ha studiato e studia tecnica vocale con Lucrezia Messa. Dopo l’esperienza sulle scene di importanti teatri e festival tra cui il Petruzzelli, il Carlo Felice, L’Olimpico, il Festival della Valle d’Itria, la Tokyo Concert Hall ed il Festival Opera Rara di Cracovia, matura la decisione di fare ritorno nella sua Puglia. Qui, dal 2016 dà nuova vita agli spazi della dimora storica Palazzo Pesce, acquistata dalla sua famiglia e riportata alla luce dopo quattordici anni di lunghi lavori di restauro. «Un palazzo dove si sono avvicendate tre importanti famiglie, ultima quella Pesce che ha regalato alla comunità molese la figura di Piero Delfino Pesce, avvocato, “fondatore del repubblicanesimo in Puglia, direttore della prestigiosa rivista Humanitas, scrittore brillantissimo e di vastissimo ingegno culturale, indomito e fiero sostenitore della giustizia sociale e delle libertà democratiche” così come recita la targa apposta sul palazzo. Già nel 1810 il Palazzo risulta essere della famiglia Pesce, proprietà cui sono dovute l’eleganza degli ambienti, il gusto per gli affreschi nelle sale, gli specchi e le decorazioni ottocentesche degli spazi interni, l’esercizio d’arte dei giardini, in cui piante, fiori e alberi esotici insieme al nespolo e agli agrumi sono incorniciati dal bianco del tufo e dei conci calcarei», racconta Margherita Rotondi. Con lei PressRoom ripercorre le tappe della sua esperienza artistica e professionale e indaga sul suo nuovo progetto culturale.

© 2019 Lino Paglionico

Una laurea in ingegneria elettronica e la scelta di dedicarsi al canto lirico…

«Ho intrapreso le due strade contemporaneamente. Ho iniziato a 11 anni con un maestro di musica, Nicola Diomede, che nel coro reclutava nuove leve e ho studiato pianoforte. Poi ho a mia volta insegnato nel coro a soprani e contralti e in modo naturale sviluppato una voce lirica. Da lì ho intrapreso uno studio più serio. Poi la passione per il canto ha preso il sopravvento e ho deciso di dedicarmi a pieno ritmo alla musica. Ho iniziato come artista del coro, vincendo il concorso triennale al Teatro Petruzzelli, poi a Montecarlo. Ma decisi di tentare la carriera da solista con l’ensemble Opera Studio del Carlo Felice di Genova».

Poi la nascita dell’attività culturale di Palazzo Pesce: come nasce l’idea e quale la storia di questa prestigiosa dimora?

«L’idea è nata insieme alla mia famiglia, abbiamo acquistato nel ’93 dagli eredi di Piero Delfino Pesce, personaggio illustre sul territorio, giornalista, avvocato, amico di Aldo Moro. Era in stato di abbandono e il restauro è durato 14 anni, così nel 2007 abbiamo riportato alla luce il Palazzo. Poi, nel 2011, è nata l’idea di adibire l’ampio salone a sala da concerto e per questo abbiamo acquistato un pianoforte da concerto e iniziato con una o due masterclass all’anno e cinque/sei concerti. Cantando non avevo abbastanza tempo da dedicare a quest’attività, così nel 2016 ho deciso di tornare in Puglia e concludere la mia esperienza all’estero. Ora gestisco una sorta di Atelier delle Arti perché questa è l’intenzione: dedicarsi a tutte le forme d’arte. Un palazzo così pieno di storia, infatti, non poteva che essere vissuto ospitando l’arte in tutte le sue forme. Così, da tre anni organizziamo concerti, masterclass di alto perfezionamento in canto lirico e strumento, mostre d’arte, presentazioni di libri ed ospitiamo eventi esterni come meeting, conferenze e sfilate. I concerti vedono esibirsi per ora prevalentemente i talenti del nostro territorio, spaziando dalla musica da camera alla musica jazz».

Un’iniziativa coraggiosa, in tempi in cui ci si lamenta di scarsa attenzione verso la cultura in genere. A tal proposito cosa pensa della situazione musicale attuale del nostro Paese?

«Penso che un problema fondamentale dei teatri sia quello del controllo e della misura della qualità. Intendo dire che dovrebbero procedere come aziende, con una gestione oculata del tot di soldi a disposizione. Prodigarsi per garantire risultati, evitare cachet stellari e dimensionare le prestazioni sulla ba

© 2019 Lino Paglionico

se degli introiti a disposizione. Insomma, adottare una vera e propria misura aziendale della gestione».

Quanto, in questa importante intrapresa gestionale che coinvolge artisti di chiara fama, l’ha aiutata venire dal loro stesso mondo?

«È stato fondamentale per avere un canale privilegiato e far sì che alcuni noti artisti accettassero di venire in un centro non tanto conosciuto come Mola di Bari. Mi ha poi permesso di poter selezionare gli artisti coinvolti nella programmazione. Mentre per la parte gestionale mi hanno aiutato una certa predisposizione per l’organizzazione e gli studi di ingegneria gestionale. Poi, due anni fa, ho approfondito la parte relativa alla promozione con uno short master in digital marketing».

Peculiarità delle vostre programmazioni?

«Cerchiamo di offrire musica da camera con pianoforte, archi e voce con attenzione particolare al canto lirico. E più recentemente abbiamo rivolto lo sguardo verso il jazz. Il pubblico ha molto apprezzato la serata dedicata a Billie Holiday, la regina del jazz, per il gusto elegante e la dimensione intima si sposava perfettamente con la natura dei luoghi».

Bilanci delle attività finora svolte?

«Il bilancio è molto positivo. Già moltissimi musicisti vedendo la nostra attività chiedono di potersi esibire qui. Palazzo Pesce, insomma, sta diventando una meta ambita anche per masterclass di livello internazionale grazie agli artisti che invitiamo. I numeri della programmazione 2018 parlano chiaro: più di 90 eventi, 300 fra relatori e artisti, 45 sold out, 5000 presenze, attenzione di televisioni, testate giornalistiche, blog e riviste online con più di 600 articoli dedicati».

Da tre anni Palazzo Pesce è sede di masterclass di alto perfezionamento in canto lirico e ospiterà a breve il grande tenore Francesco Meli. Ci racconti…

«Avremo l’onore di ospitare la masterclass di Francesco Meli. Ho avuto la fortuna di cantare con lui e la moglie Serena Gamberoni al Carlo Felice di Genova e stringere con loro un rapporto di amicizia. La masterclass ha già raggiunto il tutto esaurito. Ma tra i nomi degli artisti già ospitati compaiono anche Sonia Prina, Bruna Baglioni, Sherman Lowe, Richard Barker, Elizabeth Norberg Schulz e, ancora, avremo Daniela Barcellona ed Eva Mei. Tornerà Michele D’Elia, pianista collaboratore di alcuni dei più importanti cantanti. Gli studenti dei nostri corsi provengono da tutto il mondo, Giappone, Russia, Cina, Bielorussia, Romania, Inghilterra, Spagna, Cuba, Stati Uniti, Francia e Germania. Sarà qui anche Francesco Loi, primo flauto del Carlo Felice, per una masterclass e riceviamo tantissime richieste da parte di giovani che chiedono di essere sempre aggiornati sul fronte della formazione artistica».

Ma, torniamo ai concerti: quale la risposta del pubblico?

«Registriamo nel 70% dei casi il sold out, sia nella sala che all’aperto. Ci troviamo a circa 20 km da Bari e abbiamo un occhio attento alle nostre attività da parte della città ma, a seconda dell’offerta, anche da parte del pubblico di altre provenienze. Molti trovano piacevole tornare in un luogo intimo e privilegiato come il nostro, lo vivono come una sorta di salotto o addirittura come un “invito a corte”».

E, per concludere, sogni e speranze per il futuro dell’iniziativa?

«Il sogno è quello di arrivare ad avere il profilo di un’Accademia di alto perfezionamento vocale e strumentale per quel che riguarda la parte formativa. Di creare a questo fine una nutrita rosa di docenti e di incrementare la stagione concertistica estiva e quella invernale con nomi di rilevanza internazionale. Facendo coincidere la bellezza del contenitore con

© 2019 Lino Paglionico

il valore dei contenuti: è di qualche giorno la notizia che siamo stati ammessi nel prestigioso progetto Le Dimore del Quartetto, la rete che mette insieme “armoniosamente” i giovani quartetti d’archi e le dimore storiche. Per un’economia circolare che apporta benefici materiali e immateriali. È per questo che Le Dimore del Quartetto sono state appena premiate con l’European Heritage Award / Europa Nostra Award 2019, nella categoria Educazione, Formazione e Sensibilizzazione. Traguardi esaltanti, ai quali contiamo di dare d’ora in poi anche il nostro contributo».

 

 

 

 

Fotogallery: © 2019 Lino Paglionico

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