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31 Ott

Castello Sforzesco. L’arte del legno

Dal 21 ottobre 2021 al 16 gennaio 2022, il Castello Sforzesco di Milano organizza nella Sala della Balla la mostra “Sculture lignee a confronto dalle città ducali di Vigevano e Milano”, a cura di Claudio Salsi, Direttore Area Soprintendenza Castello, Musei Archeologici e Musei Storici del Comune di Milano.

<div class="page" title="Page 1"><div class="section"> <div class="layoutArea"> <div class="column"><span><span>Fratelli Del Maino e aiuti, </span></span><em>Lo sposalizio della Vergine</em>, parte di Ancona di San Giuseppe, legno intagliato, dorato e dipinto. Vigevano, Chiesa della Madonna dei Sette Dolori</div> </div> </div> </div>

Fratelli Del Maino e aiuti, Lo sposalizio della Vergine, parte di Ancona di San Giuseppe, legno intagliato, dorato e dipinto. Vigevano, Chiesa della Madonna dei Sette Dolori

Promossa e organizzata da Castello Sforzesco – Comune di Milano-Cultura con Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Como Lecco Monza-Brianza Pavia Sondrio e Varese, Città di Vigevano e Diocesi di Vigevano è realizzata in coproduzione con Civita Mostre e Musei e con il sostegno di Fondazione Cariplo.
Concepita come naturale prosecuzione della rassegna espositiva Il Corpo e l’Anima, da Donatello a Michelangelo. Scultura italiana del Rinascimento (Parigi 2020 – Milano 2021), questa iniziativa è un ulteriore approfondimento intorno alle sculture lignee policrome di area lombarda, proponendo un duplice focus sul Compianto di San Dionigi e sull’Ancona di San Giuseppe provenienti da Vigevano, come Milano sede di un’importante corte sforzesca tra Quattro e Cinquecento.
Questo è un periodo di florida produzione artistica nel territorio lombardo tra l’epoca di Ludovico il Moro, la dominazione francese e il momento dell’ultimo duca Francesco II Sforza, che nei primi anni ’30 del XVI secolo si dedica alla riqualificazione del castello e del duomo di Vigevano. Un’epoca in cui molte corti – ora rivali, ora alleate – tutte splendide e sovente imparentate da convenienti matrimoni, nonostante il susseguirsi di turbolenze politiche e militari e pestilenze, contribuirono a dare vita in Italia a quell’età dell’oro dell’arte che produrrà non solo capolavori già universalmente conosciuti, ma anche opere di destinazione liturgica di straordinaria fattura e qualità estetica ancora in gran parte da scoprire, come la mostra attuale si prefigge di dimostrare.

Le sculture sono state recentemente oggetto di interventi di restauro, di indagini scientifiche e documentarie, realizzate in sinergia tra la competente Soprintendenza territoriale e il Castello di Milano. L’azione di tutela del Ministero si coniuga alla funzione di valorizzazione del Museo milanese; questa collaborazione consente di esporre le opere decontestualizzate dal loro ambiente originario, ma ben visibili e presentate in modo da renderne leggibili i valori stilistici e la raffinatezza dei dettagli. Ciò consente una serie di confronti con alcune opere del Castello Sforzesco, come le figure dal disperso Compianto dalla chiesa milanese di Santa Maria Bianca in Casoretto, accostate per l’occasione alle sculture vigevanesi.

La collocazione entro il percorso museale del Castello Sforzesco di Milano favorisce inoltre il dialogo con la collezione permanente esposta presso il Museo dei Mobili e delle Sculture Lignee (Corte Ducale), una delle maggiori raccolte di sculture lombarde del Rinascimento, e con gli Arazzi dei Mesi Trivulzio esposti nella Sala della Balla, intessuti a Vigevano nei primi anni del ‘500 su disegno di Bartolomeo Suardi detto il Bramantino, nelle stesse date in cui venivano scolpite e dipinte le sculture che qui oggi si espongono.   L’allestimento curato dall’architetto Andrea Perin, permette un approccio analitico, con la possibilità di contemplare i gruppi lignei da ogni angolazione, così da ammirarne sia le peculiarità tecniche e costruttive che di apprezzare la disposizione delle singole figure.

L E OPERE IN MOSTRA, ALLA LUCE DEGLI STUDI PIÚ RECENTI

I due gruppi scultorei, provenienti da Vigevano e posti a confronto con il cosiddetto Compianto di Casoretto, sono entrambi di imponenti dimensioni e presentano ancora tracce di una policromia antica: conservano quindi interamente quella capacità di comunicazione emotiva che contraddistingue la scultura lignea lombarda rinascimentale.

Compianto di San Dionigi

Il Compianto di San Dionigi a Vigevano è stato accostato negli anni passati all’opera del Maestro dei Compianti, un anonimo scultore di cultura artistica lombarda a cui sono state attribuite anche tre statue conservate oggi nella collezione del Castello Sforzesco di Milano, per l’occasione poste a confronto.

Questo anonimo scultore, rimasto un po’ ai margini degli studi specialistici, stretto tra le ingombranti personalità delle due principali botteghe attive in Lombardia, quella dei De Donati e quella dei Del Maino, ha infatti recuperato un ruolo non secondario grazie all’identificazione delle tre importanti statue del Castello provenienti dal disperso Compianto della chiesa di Santa Maria Bianca della Misericordia in Casoretto a Milano.
La mostra permetterà un eccezionale confronto visivo diretto tra i due gruppi scultorei e consentirà di verificare direttamente le precedenti proposte attributive.

L’Ancona di San Giuseppe dalla chiesa della Madonna dei Sette Dolori di Vigevano era opera finora poco nota: le sue ingenti dimensioni e la collocazione in chiesa a notevole altezza da terra hanno fino ad oggi impedito di apprezzare la qualità del modellato e di avanzare una ponderata valutazione stilistica e attributiva.

Il recentissimo restauro, ha permesso di rilevare le notevoli finezze nell’intaglio e nella decorazione policromata con largo uso della tecnica del graffito su tempera ed oro.

L’ancona risulta essere il frutto del lavoro dei maggiori artisti dell’epoca: ai fratelli De Donati si attribuiscono le due statue di Giuseppe e Maria, mentre a Giovanni Angelo e Tiburzio del Maino e ai loro collaboratori si assegna l’esecuzione delle scene narrative e dei profeti, oltre alla carpenteria e quindi all’ideazione architettonica.

Un catalogo riccamente illustrato, a cura di Claudio Salsi, edito di Marsilio Editori, accompagna la mostra come sussidio per lo studio del patrimonio vigevanese anche grazie ad un’ampia sezione di documenti, frutto di accurate indagini tra archivi svolte per l’occasione.

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