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5 Ott

Moda all’opera, Freddy Gaviria

Girando per teatri d’opera, studiando soprattutto il senso dei costumi negli allestimenti di maggiore successo, mi imbatto spesso in creativi della moda irresistibilmente attratti anzi ispirati da quel mondo. Uno di questi è il colombiano Freddy Gaviria, formazione accademica italiana, oggi con studio-sartoria-atelier a Barcellona. Freddy ama visceralmente l’opera e il teatro, ha amato e studiato i costumi, poi ha deciso di creare abiti per tutte, non per le scene. Un artigiano del lusso, come lui, normalmente ha una musa ispiratrice. Freddy ha più muse, accomunate da un tipo di bellezza speciale, quella delle cantanti liriche, portatrici perfette di uno speciale quanto intimo atteggiamento teatrale che assumono di fronte ad un sontuoso abito di sartoria.

Ho recentemente incontrato Freddy in un teatro d’opera, of course. E gli ho chiesto di parlarmi del suo rapporto con gli abiti e con le dive dell’opera, visto che anch’io seguo per passione e lavoro il rapporto di quelle artiste con gli abiti e i costumi.

Quando ha deciso di diventare stilista? E qual è il suo primo ricordo di moda?

Da piccolo sapevo già quello che volevo fare nella mia vita. Sono stato attratto da sempre da  colori, forme e tessuti. All’età di dieci anni ero il critico più feroce delle mie sorelle che cercavano il mio consiglio quando dovevano vestirsi per uscire con gli amici.

Che cosa avrebbe fatto se non fosse diventato uno stilista?

Non posso immaginare un altro mestiere! Sono molto mistico col mio lavoro e sincero con me stesso. Da sempre ho lavorato da solo e tutte le mie creazioni sono state realizzate e fatte a mano solo da me.

La sua terra d’origine è la Colombia. Si è formato lì?

Ho lasciato la Colombia molto giovane e sono arrivato a Milano, all’Istituto Marangoni, per studiare Design della Moda e poi per specializzarmi in Storia della Moda. L’Italia è stata sempre una grande ispirazione, è un paese molto vicino a me, un posto dove ho trovato le mie due grandi passioni: la moda e l’opera lirica.

Soprani by Freddy Gaviria “Where fashion meets Opera”

I suoi stilisti di riferimento: uno di ieri ed uno di oggi.

Per sempre Cristobal Balenciaga, il maestro di tutti, creatore di capi eterni e tecnicamente perfetto. Degli stilisti contemporanei ammiro molto Giambattista Valli per il suo romanticismo e la teatralità dei suoi abiti.

Il punto forte delle sue collezioni è la “Japanese coat”: da dove proviene il suo amore per il Giappone?

L’Italia, la Grecia ed il Giappone sono sempre presenti nelle mie creazioni, come una fontana inesauribile d’ ispirazione. Indimenticabile è stato il mio primo viaggio in Giappone nel 2008: la ricchezza della cultura giapponese e la visione del mondo hanno influenzato per sempre il mio lavoro. Poi la visita al Museo del Costume di Kyoto con i leggendari kimono lì conservati, ha fatto il resto. Cosi sono nati i miei “Japanese coat” con tessuti in varie tipologie di seta, decorazioni finissime dove il colore la fa da padrone, una silhouette architettonica costruita con linee semplici ed essenziali.

Ekaterina Gubanova in Japanese coat di Freddy Gaviria

Parliamo del suo rapporto con l’opera lirica.

L’opera lirica è fondamentale nella mia vita. La musica e la maestosità del teatro sono la cornice perfetta per indossare un abito speciale! Per fortuna il teatro è ancora uno dei pochi posti dove la gente fa attenzione a come si veste.

Ha vestito molte donne, e fra queste, molte cantanti liriche. Chi considera la sua musa?

Non potrei fare un nome! Penso che ogni donna sia unica, con una personalità ed un modo sempre diverso di portare un vestito. Ammiro una donna delicata, femminile, discreta, equilibrata.

Che rapporto instaura con le primedonne della lirica con cui lavora?

La fiducia con le mie clienti è molto importante per me. Ascoltare, analizzare, scoprire e rispettare le loro “paure” è il primo passo della creazione di un vestito.

Una primadonna che non ha ancora vestito.

Tante sono le primedonne della lirica che non ho ancora vestito. Ma ammetto di avere un’attenzione particolare per le artiste che sono all’inizio della loro carriera. Mi piace l’idea di crescere assieme a loro, lavorare insieme per scoprire il loro personalissimo stile e creare il “personaggio”.

Marta Mathéu in Freddy Gaviria

Meglio una donna bellissima vestita così così o una donna non bella ma vestita benissimo?

Preferisco una donna vestita bene. La  vera bellezza non è solo fisica ma di equilibrio tra corpo e mente, conoscere se stessa e capire che tipo di abito ti sta bene.

Uno dei suoi abiti che ama di più? E uno di cui si è pentito?

Adoro la collezione “Japanese Coat”, che mi accompagna da tanto tempo e mi ha dato grandi soddisfazioni! Non mi sono mai pentito di aver realizzato un abito anche se, a volte, penso che avrei potuto creare con forme diverse, sia per quanto riguarda la silhouette che la tecnica. È proprio questa sensazione che mi spinge ad intraprendere sempre nuovi progetti che mi offrano  nuove esperienze di crescita professionale.

Qual è il particolare dell’abbigliamento che, secondo lei, fa la differenza?

Assolutamente il colore.

Tre parole per definire la sua moda

Rigore, sobrietà, perfezione.

 

Foto di copertina: Eleonora Buratto, Japanese coat by Freddy Gaviria, photo Silvia Lelli

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