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29 Giu

Rockitchen, sul piatto a suon di rock

La passione per il mangiar bene e il bere vini buoni è come la passione per la musica: c’è più gusto a condividerla con gli altri. È così che, a otto anni dall’uscita del volume Rockitchen – 30 menù per 30 dischi per Arcana Edizioni, Paola De Angelis e Andrea Tantucci riescono ancora oggi a radunare una cinquantina di persone per una serata conviviale sulle note delle “Murder Ballads” di Nick Cave a Filottrano, nel cuore delle Marche, alla Trattoria Gallo Rosso.

Trattoria Gallo Rosso, “a place to be”. Direbbe lei, Paola De Angelis, conduttrice di programmi radiofonici a Radio Rai come “Stereonotte”, “Music Club”, “Storyville”, “File Urbani” o “Sei gradi”. Ed è proprio a “Stereonotte” che Paola conosce Andrea Tantucci, una passione per la cucina e per il rock’n roll cresciuta di pari passo, ora titolare e chef del Gallo Rosso insieme a Gessica Mastri, e prima ancora a Il Maiale Volante di Cingoli, dopo aver lavorato allo stellato Le Busche di Montecarotto e all’Oasi degli Angeli di Cupramarittima, come in una delle più importanti pasticcerie delle Marche, La Mimosa di Tolentino. È lì, durante uno dei tanti turni (ovviamente) notturni di Andrea che lui scrive a Paola un messaggio dal telefonino durante una puntata di “Stereonotte”. Il primo contatto di un rapporto destinato a durare.

“Naturalmente, oltre che di musica, parlavamo della mia colazione – ricorda a sorriso pieno lei, riuscendo a render viva a tutti la sua fame di un tempo, nonostante gli stomaci dei presenti siano appena stati saziati da un ricco buffet, a suon di panini lingua bollita e salsa verde o lasagne (solo per citare “giusto due cosine”) – Ma quando gli ho proposto di scrivere insieme un libro è venuta fuori tutta la sua ritrosia, oppure panico direi. Invece lo abbiamo scritto e abbiamo iniziato anche a fare serate insieme, come questa, dove lui cucinava cose buonissime e io introducevo all’ascolto alcuni brani.”

I brani di questa serata, ad esempio come dicevamo, sono le “Murder Ballads” di Nick Cave, che lei appunto introduce in modo buffo ricordando alcuni incontri con il musicista, per cui più di vent’anni fa tradusse anche queste liriche nel booklet del cd. Testi che spiega e di cui riporta dei passaggi per intero, segnalando innanzitutto come questo lavoro del cantautore australiano sottolinea un importante punto a capo nella carriera di Cave, chiudendo un po’ un’epoca grazie a un nuovo metodo creativo messo a punto negli otto dischi precedenti, segnando un enorme cambiamento stilistico rispetto al passato sia in termini di composizione musicale che di liriche, per finire anche al look, “una nuova consapevolezza del suo ruolo di artista”.

Quella consapevolezza del suo ruolo di “informatrice musicale” che Paola manda garbatamente a zonzo tra le sedie di coloro che le stanno seduti innanzi, magari sorseggiando un buon Verdicchio biologico della zona, mentre lei fa partire alcune tracce sul giradischi. Quella consapevolezza del far star bene con la buona tavola che hanno Gessica e Andrea, con un amore per il territorio che è fatto di animali di bassa corte e piatti della tradizione, con materie prime di agricoltori e allevatori conosciuti, e che si condisce immancabilmente del gusto della genuina ospitalità. Sul piatto Nick Cave e i suoi racconti grotteschi di crimini e pluriomicidi. E attorno tanta serena accoglienza.

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