Confinati in casa, più o meno totalmente o solo poche ore, siamo tutti sottoposti alla prova di non soccombere fisicamente e intellettualmente. Così l’arte in ogni sua forma può risultare fondamentale nella nostra vita, più ancora d’altri periodi. A salvarci viene anche la mostra organizzata alle Gallerie d’Italia – Piazza Scala (sede museale di Intesa Sanpaolo a Milano), dal titolo “Tiepolo. Venezia, Milano, l’Europa”, che vuole omaggiare l’artista veneziano in occasione dei duecentocinquanta anni dalla morte.
Questa mostra è una “prima”, perché mai a Milano si era organizzata un’esposizione dedicata a Tiepolo; artista che nel capoluogo lombardo venne chiamato nel 1730 per decorare a fresco i soffitti di cinque stanze di Palazzo Archinto (andati tutti distrutti nei bombardamenti dell’agosto 1943), e a Palazzo Dugnani realizzò le storie di Scipione l’africano. Tornò a Milano sette anni dopo, chiamato dal cardinal Benedetto Erba Odescalchi per realizzare tre affreschi nella Basilica di Sant’Ambrogio. Nel 1740 fu ancora a Milano dove affrescò a Palazzo Clerici la volta della galleria con la scenografica Corsa del carro del sole.
Quindi il capoluogo lombardo fu un luogo fondamentale per la sua carriera e l’esposizione che rimarrà aperta dal 30 ottobre 2020 al 21 marzo 2021 (organizzata in partnership con le Gallerie dell’Accademia di Venezia) vede in mostra circa settanta opere tra quelle del Tiepolo (con all’incirca una quarantina di opere autografe) e di importanti artisti suoi contemporanei, tra cui i veneti Antonio Pellegrini, Giovanni Battista Piazzetta, Sebastiano Ricci e il lombardo Paolo Pagani, ripercorrendo la vicenda artistica del maestro veneziano, le sue committenze principali nelle città che lo hanno visto protagonista: Venezia, Milano, Dresda e Madrid.
Nel percorso pensato dai curatori Fernando Mazzocca e Alessandro Morandotti (con il coordinamento generale di Gianfranco Brunelli), si percorre la sua vita artistica, dagli anni della formazione a Venezia fino alla consacrazione presso le grandi corti europee. I capolavori in esposizione vanno così dalle giovanili mitologie delle Gallerie dell’Accademia di Venezia al Martirio di San Bartolomeo realizzato nel 1722 per la chiesa di San Stae a Venezia, esposto accanto al coevo Martirio di San Jacopo del Piazzetta, realizzato per lo stesso cantiere.
Gli anni della sua prima maturità vengono rappresentati dai grandi cicli di tele per i palazzi veneziani fatti decorare dalle ambiziose famiglie di nuova nobilitazione, i Sandi, gli Zenobio.
Proprio Milano è la prima tappa della sua affermazione internazionale; di questo periodo la mostra permette di ammirare una serie di opere restaurate per l’occasione, normalmente poco o per nulla accessibili al pubblico, quali gli affreschi della basilica di Sant’Ambrogio e quello eseguito per Palazzo Gallarati Scotti. I due affreschi staccati eseguiti per Sant’Ambrogio raccontano eventi sacri con i toni epici del grande pittore di storia, mentre l’allegoria di Palazzo Gallarati Scotti esibisce un’invenzione aerea che Tiepolo riproporrà con varianti in molte opere successive. Inoltre sarà possibile seguire le fasi preparatorie dell’affresco per la Galleria al piano nobile di Palazzo Clerici attraverso alcuni disegni e un meraviglioso bozzetto proveniente dal Kimbell Art Museum di Fort Worth (Stati Uniti).
La mostra tocca anche il “periodo” tedesco di Tiepolo: le produzioni di questa parte della carriera sono esemplificate dal bozzetto per una sala della Residenza di Würzburg proveniente da Stoccarda, e dalla libera reinvenzione di un soggetto pensato, in accordo con l’amico Francesco Algarotti, per l’elettore di Sassonia e re di Polonia Augusto III: il Banchetto di Antonio e Cleopatra, qui documentato nella variante della National Gallery di Londra.
Gli anni passati in Germania e in Spagna vedono il Tiepolo collaborare con i figli, particolarmente con Giandomenico. Ed è proprio nei contorni di questo aspetto che la mostra si chiude emblematicamente su un confronto tra padre e figlio, con il “San Francesco d’Assisi riceve le stimmate” di Tiepolo senior del Museo del Prado da una parte e “Abramo e gli angeli” delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, di Giandomenico dall’altra.
In copertina: Giambattista Tiepolo, Cacciatore a cavallo, 1733-35, Milano, collezione Fondazione Cariplo
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