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17 Ott

Bacon, Freud e la Scuola di Londra inquietano al Chiostro del Bramante

Per la prima volta insieme, due pittori dall’afflato drammatico e psicologico, Bacon e Freud, contestualizzati nella cosiddetta Scuola di Londra, formatasi nel dopoguerra nella capitale inglese, che fu un’esperienza artistica di riflessione sulla realtà dagli eterogenei approcci pittorici, ma sempre densi di pathos drammatico e teatrale. Una mostra dalla valenza universale, dove le angosce di ieri sulla realtà sono le medesime della nostra epoca. Al Chiostro del Bramante, fino al 23 febbraio 2020.

Francis Bacon, Seated Figure, 1961, Olio su tela © The Estate of Francis Bacon all rights reserved by SIAE 2019 Foto © Tate London Courtesy of Chiostro del Bramante

ROMA. Dall’umanità ferita sopravvissuta alla Seconda Guerra Mondiale, nacque un informale sodalizio pittorico che ancor oggi, attraverso i suoi due membri superstiti (Rego e Auerbach), continua a offrire il suo punto di vista sull’umanità. Circa 50 fra dipinti, incisioni e disegni dal 1945 al 2004, raccontano gli anni eroici della Scuola di Londra e i suoi sviluppi nel tempo, e insieme costituiscono il ritratto cronologico di una società che, dal dopoguerra, ha sì conosciuto il benessere economico e un sempre più travolgente progresso scientifico e tecnologico, ma ha anche smarrito le proprie radici e il rapporto con il suo patrimonio spirituale, cadendo preda di dubbi, violenze, angosce.

Paula Rego, The Dance, 1988, Acrilico su carta e tela © Paula Rego Foto © Tate London Courtesy of Chiostro del Bramante

La Londra del 1945 si rialzava dalle macerie fra mille incertezze, e in quel clima di tristezza ma anche di speranza, l’arte avvertì l’urgenza di far sentire di nuovo la sua voce, anche solo per provare a se stessa di essere ancora viva. E in quell’epoca in cui tutta l’umanità, come una Fenice, sembrava risorgere dalle proprie ceneri, è appunto alla figura umana che guardano gli artisti più sensibili. Fra questi, Francis Bacon, Lucian Freud, Paula Rego, Michael Andrews, Frank Auerbach, Leon Kossoff, che trovandosi nella capitale britannica negli anni Quaranta del Novecento, dettero vita all’informale sodalizio conosciuto come Scuola di Londra, trovando nell’Espressionismo e nel Realismo Magico le radici stilistiche principali; tuttavia, ognuno dei membri del sodalizio avrà un approccio del tutto peculiare.

Michael Andrews, A Man Who Suddenly Fell Over Foto © Tate London Courtesy of Chiostro del Bramante

Bacon è pittore di un universo interiore caleidoscopico, capace di attraversare tutto lo spettro delle emozioni e degli stati d’animo. Tuttavia quelle tele, profondamente legate all’inconscio, malinconiche, fortemente introspettive, sono probabilmente anche autobiografiche, pesando sull’artista il rifiuto del padre di accettare la sua omosessualità. Ma in virtù di questa dolorosa vicenda, Bacon fu pittore che, pur velatamente, stigmatizzò l’universo perbenista di un’Inghilterra in parte ancora vittoriana. Meno disperata di Bacon, Paula Rego, di origini portoghesi, che nella sua vasta produzione tocca corde di profondità intellettuale, e non soltanto sociale, con le pitture di scene quotidiane declinate in chiave teatrale; l’ampio uso della maschera ricorda la drammaturgia di Pirandello, le ipocrisie dell’essere umano, la sua difficoltà a mostrarsi e a conoscersi. Scene vivaci, dinamiche, piene di figure colorate, pose grottesche, ghigni sardonici, creature surreali; vi si percepisce l’eco di Bosch, Brueghel e de Chirico, con la loro umanità misera e grandiosa, sempre in equilibrio fra reale e soprannaturale. Tutta particolare la pittura di Lucian Freud, che dall’illustre zio psicologo ereditò una certa morbosa ironia di cui ammantava le sue affascinanti pitture, all’apparenza banali scene quotidiane, invece, a ben guardare, acuti “fermo immagine” di una realtà osservata con meticolosa attenzione e intrisa di quella dolcezza che aveva caratterizzate anche le opere di Chagall.

Accanto alle opere dei tre artisti maggiori, quelle dei tre esponenti meno conosciuti (ma non per questo meno interessanti) del gruppo: Andrews, Auerbach, Kossoff, giunte a Roma in seguito a un eccezionale prestito dalla Tate. Anche qui si percepisce la medesima volontà d’indagine della psiche umana, in un certo senso rafforzata dagli spessi strati di colore che caratterizza lo stile dei tre.

Dalle angosce del dopoguerra, la Scuola di Londra ha via via raccontato l’Europa disorientata della crescita economica, del benessere, ma anche della violenza (non necessariamente fisica), della solitudine, del femminismo che si afferma, del disorientamento nei ruoli e nelle responsabilità che in parte ne è conseguito.

Per questa ragione la mostra romana costituisce un emozionante viaggio in un’arte che per concetti stilistici si potrebbe definire moderna, ma che invece, per le implicazioni e le riflessioni esistenziali, appartiene alla più stretta contemporaneità.

 

In copertina:  Lucian Freud, Girl with a White Dog, 1950-1951, Olio su tela, Lucian Freud Archive – Bridgeman Images Foto © Tate London Courtesy of Chiostro del Bramante

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