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22 Lug

Cecilia Gasdia. Crescendo irresistibile

Sarà per l’eccitazione della partenza della stagione estiva, sarà per la sua splendida carriera da soprano ma Cecilia Gasdia, direttore artistico e sovrintendente dell’Arena di Verona oramai risponde solo con aforismi «Siamo alla vigilia dell’inaugurazione dell’Arena che si terrà sabato 25 luglio, nonostante tutto». Simpatica e diretta, una perseveranza e una passione per la lirica che supera confini e difficoltà, l’artista veronese si racconta.

Bambina come s’immaginava da grande?

«Da piccola suora e subito dopo pilota d’aereo.»

Poi cos’è successo?    

«Ho cominciato a studiare il pianoforte».

Il primo ruolo che le ha fatto capire che sarebbe diventata un soprano?

«Ho sempre cantato, fin dalla più tenera età, mai avrei pensato che sarei diventata un soprano. Poi, per far contenta la mia insegnante di canto, ho partecipato e a un concorso di canto e l’ho vinto; quando la Scala mi ha chiamato per sostituire Montserrat Caballé ho realizzato che il canto sarebbe stato il mio pane quotidiano».

Ha cantato all’Arena di Verona, oggi è direttrice artistica e sovrintendente della Fondazione Arena. Cosa significa, per lei, un incarico così particolare?

«Intensificare l’amore che sempre ho avuto per l’Arena di Verona».

Come sarà la stagione con le nuove normative sanitarie?

«Straordinaria, fantastica, ovvero irripetibile.»

E’ scaramantica?

«No, mai stata».

Fra i grandi artisti con cui ha lavorato quali ama ricordare?

«Tutti meno uno»

Quale immagine della sua infanzia porta sempre nel cuore?

«Quando cantavo con le mie sorelle per mamma e papà e quando cantavo durante la Messa».

Se tornasse indietro cosa non rifarebbe?

«Va bene così. Casomai farei qualcosa in più».

Le è rimasto un sogno?

«Sì, insegnare».

Chi è. Nata a Verona nel 1960, dopo la maturità classica, al Conservatorio di musica cittadino studia canto con Rina Malatrasi e si diploma in pianoforte. Vincitrice del Premio Maria Callas nel 1980, debutta come soprano con I Capuleti e Montecchi a Firenze. Poco dopo raggiunge fama internazionale subentrando a Montserrat Caballé in Anna Bolena al Teatro alla Scala.

In trentadue anni interpreta oltre novanta ruoli nei teatri di tutto il mondo, tra cui The Rake’s Progress con Ken Russell e Riccardo Chailly, Moïse et Pharaòn con Samuel Ramey e Georges Prêtre, La Traviata con Franco Zeffirelli e Carlos Kleiber, Il viaggio a Reims con Luca Ronconi e Claudio Abbado, Rigoletto con Riccardo Muti, Roméo et Juliette con Alfredo Kraus e Placido Domingo, Luisa Miller con Luciano Pavarotti.

Prende parte a più di duemila recital di musica operistica e sacra, con pianoforte, formazioni da camera e orchestre sinfoniche, tra cui numerosi concerti per le ambasciate italiane e gli Istituti di Cultura per il Ministero degli Esteri. Con Claudio Scimone e i Solisti Veneti vanta un’intensa collaborazione anche discografica. Tra i diversi riconoscimenti internazionali, riceve il Premio Puccini (1983), il Premio Abbiati 1991 per Desdemona nell’Otello rossiniano (con Pizzi e Gelmetti), il Salomone d’Oro dell’Università degli Studi di Firenze (2008).

Dagli anni Novanta collabora e duetta con diversi artisti pop ed è ospite e giurata in varie competizioni canore e in trasmissioni televisive nazionali. Dal 2015 al 2018 è Direttore di Verona Accademia per l’Opera Italiana e successivamente ne ricopre il ruolo di Presidente fino a luglio 2020. Dal 2017 insegna presso l’Accademia verdiana del Teatro Regio di Parma. Dal 2018 è Sovrintendente e Direttore Artistico di Fondazione Arena di Verona, organismo che conosce sin dal suo debutto come figurante (1976-’77), quindi come artista del coro (1978-’80), infine come solista, sia al Teatro Filarmonico che sul palcoscenico areniano, da Il barbiere di Siviglia a I pagliacci, da Mosè in Egitto a La vedova allegra.

Grazia Lissi, fotografa e giornalista, inizia a lavorare a Parigi, effettuando reportage e ritratti di personaggi, attori, scrittori, artisti. Sue le foto del libro Diario di bordo di Vasco Rossi (Mondadori). Ha realizzato la mostra fotografica e il volume L’ora della luce. La preghiera dei monaci (Ancora). Con il biblista Bruno Maggioni ha pubblicato il libro Solo il necessario. Per Longanesi ha pubblicato Il coraggio di restare. Storie di imprenditori italiani che ancora scommettono sul nostro Paese, vincitore premio Circolo dei Lettori al Premio Biella Letteratura Industria 2016. Collabora con diversi periodici e con Qn-Il Giorno, Treccani Atlante, ilsole24ore.com. È nata a Como dove vive.

 

In copertina: Cecilia Gasdia (foto Ennevi)

 

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