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22 Gen

Italia Autentica. La nuova era dell’Archivio Ricordi

Verdi con gli occhiali, Puccini turista tra le piramidi egizie, infinite lettere di scrittori, cantanti e autori sono alcuni dei meravigliosi Ricordi inediti custoditi nell’archivio più famoso d’Italia, ora completamente digitalizzato e consultabile liberamente.

Giacomo Puccini alle piramidi di Giza durante il viaggio in Egitto, 1908 (Fotografo: Paolo Lucchesi)

Giacomo Puccini alle piramidi di Giza durante il viaggio in Egitto, 1908 (Fotografo: Paolo Lucchesi)

Facile dirsi, ancor più facile navigare sul sito lanciato pochi giorni fa (www.digitalarchivioricordi.com) ma è stato un processo complesso iniziato nel 2016 con oltre 13mila documenti iconografici pubblicati online, proseguito nel 2018 con il fondo epistolare di 31mila lettere e nel 2021 con i 5.700 periodici musicali. Oggi l’archivio presenta mille fotografie, una prima tranche nella sezione della Collezione Digitale. Infatti – come specifica l’archivista e conservatrice Maria Pia Ferraris durante la presentazione del 18 gennaio alla Biblioteca Nazionale Braidense di Brera – si conteranno circa seimila fotografie alla fine dell’operazione.

Lettera di Gabriele d'Annunzio a Ricordi. Parigi, 7 giugno 1913 "Dichiaro di aver ricevuto cinquemila lire dalla Casa Ricordi in conto sopra un poema per musica da comporre sopra un soggetto stabilito di comune accordo".

Lettera di Gabriele D’Annunzio a Ricordi. Parigi, 7 giugno 1913. “Dichiaro di aver ricevuto cinquemila lire dalla Casa Ricordi in conto sopra un poema per musica da comporre sopra un soggetto stabilito di comune accordo”.

«Questo progetto fa parte di un percorso che è stato sposato e attivato di concerto con la nostra casa madre Bertelsmann in Germania – spiega Pierluigi Ledda, Managing Director dell’Archivio Ricordi – con cui sviluppiamo il progetto culturale dell’archivio che ha messo da subito al centro delle linee strategiche di sviluppo di questo progetto la digitalizzazione intesa non tanto come scansione delle singole unità e documenti per farne una sorta di back-up digitale ma proprio come tentativo di restituire, anche nel mondo digitale, l’archivio stesso come impresa culturale con delle grandi specificità e un grande focus musicale (ma non solo) e di rappresentare la macchina artistico-musicale-produttiva che per due secoli è stata Casa Ricordi».

Presentazione dell'Archivio digitale, 18 gennaio, Biblioteca Nazionale Braidense

Presentazione dell’Archivio digitale, 18 gennaio, Biblioteca Nazionale Braidense

La casa editrice Ricordi, fondata a Milano nel 1808 da Giovanni Ricordi, ha influenzato la storia culturale italiana ed europea. Fin dall’inizio, tutti i documenti della società sono stati meticolosamente archiviati e nel corso degli anni la casa editrice ha pubblicato le opere dei cinque più grandi compositori lirici italiani – Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi e Puccini. Ma la vera rivoluzione è avvenuta sotto la guida di Giulio Ricordi (1840–1912) che la trasforma da piccola copisteria artigianale in grande casa editrice musicale, dominando il mercato a livello internazionale e diventando un simbolo della musica e dell’editoria italiana. Giulio è il prototipo dell’imprenditore lombardo: riservato, visionario, un grande lavoratore e ottimo “diplomatico” capace di convincere Verdi a comporre Otello e infine Falstaff, l’unica opera buffa del Cigno di Busseto.

Giulio Ricordi nel 1900 (Fotografo: Carlo De Marchi)

Giulio Ricordi nel 1900 (Fotografo: Carlo De Marchi)

Ed è questo lo spirito con cui l’archivio intende affrontare l’era digitale, con uno sguardo verso le nuove generazioni e la speranza che questo sia un primo passo verso altre fonti creative, studi e ricerche che aprono un dialogo tra le collezioni e i dati, incrementando le connessioni e impreziosendo l’archivio stesso, oltre allo sviluppo della società umana. «Una sfida che Casa Ricordi raccoglie con entusiasmo» commenta Marzia Pontone, Direttrice della Biblioteca Nazionale Braidense.

La Fanciulla del West, Atto III, nel 1910 (Fotografo: Myles)

La Fanciulla del West, Atto III, nel 1910 (Fotografo: Myles)

L’esperta di fotografia storica e Responsabile Archivi presso CAMERA (Centro Italiano per la Fotografia) Barbara Bergaglio spiega quanto fosse intraprendente Giulio Ricordi che «intuì prima di chiunque altro in Italia la potenzialità della fotografia. L’archivio, infatti, presenta tecniche fotografiche diverse, dalle più antiche a quelle contemporanee, che hanno permesso ai nostri tecnici di navigare anche attraverso questi aspetti e capire come il mondo dell’editoria si appropriò di questo strumento e linguaggio, non solo come produzione artistica ma come strumento per veicolare un contenuto». Si pensa ad esempio alla fotografia di scena che, oltre agli scopi pubblicitari, aveva il ruolo di conservare la memoria dello spettacolo. Tale documentazione solitamente veniva riutilizzata per la ricostruzione di vecchi allestimenti o come materia di studio per la creazione di nuovi. Altra sorpresa è stata quella di trovare diversi fotografi in archivio, dai più storici come Nadar e Disdéri fino ad autori “contemporanei” poco noti ma degni di essere raccontati. Come è stato sorprendente vedere i molteplici luoghi di provenienza (non solo Italia, ma anche Francia, Stati Uniti e Russia) che sono testimonianza del rapporto che Casa Ricordi aveva col mondo intero.

E questo archivio è veramente un mondo infinito tutto da scoprire, uno straordinario tesoro culturale donatoci da Ricordi, che abbiamo il dovere di preservare e arricchire con una nuova interpretazione. La nostra.

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