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12 Nov

L’epopea di Saint Laurent in mostra a Lyon

Fino all’8 marzo 2020, il Musée des Tissus di Lione rende omaggio al grande stilista a oltre dieci anni dalla scomparsa e celebra anche la raffinata tradizione manifatturiera della seta che si sviluppò in città a partire dal Settecento e che è da sempre punto di riferimento per l’alta moda. Una mostra che è un viaggio nel bello e nel prezioso, all’insegna della creatività e della maestria.

Abito Shakespeare, 1980, photo François Marie Banier

LYON. “Sei tu davanti al tessuto e ai colori, e allo stesso modo del pittore con i pennelli o dello scultore con lo scalpello, devi riuscire a entrare nella materia e a darle forma”. Così Yves Saint Laurent (1936-2008) definiva il suo rapporto con la creatività, in un ‘intervista a Le Monde del 1983. Era sulla scena da circa un quarto di secolo, e negli anni Sessanta aveva rivoluzionata l’alta moda. In quegli anni Parigi, pur ancora florida e vivace, non era più la capitale mondiale dell’arte e della letteratura: stava cedendo lo scettro a New York, ma non rinunciava a un ruolo da protagonista. In fondo, era ancora la città di Sartre e degli esistenzialisti, e inoltre, sulla scia di Dior e Chanel, si reinventò come capitale indiscussa della moda, e Yves Saint Laurent fu uno dei protagonisti di quest’avventura. La mostra del Musée des Tissus racconta la carriera dello stilista nei momenti d’incontro con la tradizione manifatturiera lionese della seta, della quale fece largo e originale uso, riscrivendo la storia dell’alta moda. Documenti, campioni di tessuto e affiches d’epoca delle antiche seterie lionesi (molte delle quali ancora in attività) si affiancano alle creazioni di Saint Laurent, in un percorso che coniuga maestria artigianale e creatività artistica, il cui incontro è sempre sinonimo di bellezza e qualità intellettuale oltre che manuale.

Abito da sera, 2000, photo Guy Marineau

Nato a Orano, nell’Algeria sotto occupazione francese, si era fatto strada a Parigi come assistente di Dior, ma perse l’impiego nel 1960 mentre era sotto le armi. Dopo un lungo esaurimento nervoso e la vittoria legale riportata contro la maison per inadempienza degli obblighi contrattuali, poté finalmente aprire la propria casa di moda, attraverso la quale, al pari di Coco Chanel, Saint Laurent ha creato uno stile unico, riuscendo a modernizzare il concetto di classica eleganza che contraddistingueva la creatività parigina; fu il primo, in quei cruciali anni Sessanta, a intuire le possibilità che il mondo della strada poteva offrire alla moda, così da abbattere quelle barriere elitarie e aprirla alla produzione industriale di serie. Il rapporto con la realtà era fondamentale, e in anni di nascente femminismo, Saint Laurent dinamizzò il guardaroba femminile trasportandovi capi maschili come il trench, lo smoking o il pantalone per il tailleur. Altra svolta nel 1968, quando lo stilista introduce la mussolina di seta nelle sue creazioni, affascinato dall’effetto fluttuante di questo tessuto leggero come l’aria, capace di drappeggiare con grazia perfetta il corpo femminile, e il classico tubino di Chanel viene in tal modo completamente rinnovato e reso in sintonia con i tempi e le esigenze della donna moderna.

La selezione degli abiti in mostra permette di apprezzare l’interesse e la ricerca di Saint Laurent verso il mondo dell’arte e della letteratura: la sua moda ha citato di volta in volta Picasso, Van Gogh, Mondrian, e persino la Pop Art, in un modus operandi senza confini di epoche o stili. Così come alcuni dei suoi abiti più imponenti rimandano alle atmosfere dell’alta borghesia descritte da Proust nella sua Recherche. Infine, il paesaggio algerino della sua infanzia ha lasciato in Saint Laurent un’impronta forte, ravvisabile in quelle suggestioni moresche che più volte sono apparse nelle sue creazioni, costituendo un eclettismo stilistico fra Oriente e Occidente, sulla scia delle pitture di Matisse che pure ammirava molto.

La mostra percorre tutta la carriera di Saint Laurent, fino al 2002, anno della chiusura della maison e del ritiro dello stilista. Sopravvive ancora oggi il marchio, anche se lo spirito del fondatore sembra in parte essersi dissolto.

Ampia e allestita con raffinatezza, a metà strada fra l’atelier, la passerella e la boutique, Les coulisse de la Haute Couture à Lyon rende omaggio a una figura chiave della moda contemporanea, così come a un’intera e plurisecolare tradizione manifatturiera legata alla seta, e infine traccia, sul filo della memoria, il ritratto di un’epoca irripetibile come furono i decenni fra il 1960 e il 1990.

In copertina: Yves Saint Laurent nel suo studio sull’Avenue Marceau nel 1986

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