To top
24 Oct

Onofri riflette sulla sua Accademia del Tempo Lento

La prossima serie di masterclass di Enrico Onofri presso la sua Accademia del Tempo Lento a San Leo (Rimini) si svolgerà dal 25 al 27 ottobre, dal 6 all’8 dicembre e dal 24 al 25 gennaioAlla vigilia del primo incontro, il Maestro ha rilasciato una dichiarazione d’intenti dalla quale emergono i punti salienti del suo pensiero artistico e didattico.

«Da oramai venticinque anni mi confronto con i giovani, trasmettendo loro la mia conoscenza e l’esperienza viva di concertista. La didattica è un aspetto secondario della mia carriera artistica in termini di tempo, ma comunque importante: affianco infatti con una certa regolarità la mia attività di direttore al lavoro con orchestre giovanili e come didatta, ad esempio come direttore della EUBO (European Union Baroque Orchestra) o nelle masterclass all’Accademia del Tempo Lento. È un processo che ritengo essenziale nel mio cammino, poiché nel dare ai giovani, altrettanto ricevo da essi: la loro energia e sete di conoscenza sono uno specchio generatore di idee che arricchisce tanto gli allievi quanto me. Nel 1999 aprì presso il conservatorio di Palermo la prima classe italiana di prassi storicamente informate per violinisti: nei fortunati anni a seguire ho avuto l’onore di crescervi – non solo artisticamente – musiciste e musicisti provenienti da tutto il mondo che ora splendono sulle scene, talvolta al mio fianco. L’essenziale trasmissione diretta da maestro ad allievo, che trascende il semplice insegnamento tecnico o nozionistico, da cuore a cuore, modellata sulle differenti necessità e tempi di ciascun allievo, è tuttavia divenuta negli anni sempre più difficile da sostenere in seno alla scuola pubblica con i giovani artisti prossimi alla carriera concertistica, nonostante gli sforzi di chi vi opera. Essa è ostacolata da un sistema mercantile, frammentario, fondato su numeri impersonali e caselle cui devono asservirsi docenti e studenti, dove sono inviolabili fogli di calcolo a predominare sul ben più sottile lavoro del didáskalos.

Per questa ragione, nel 2010 cominciai a tenere masterclass – in principio solamente estive – nel borgo medievale di San Leo, il paese al crocevia tra Romagna, Marche e Toscana dove risiedo, che si sono poi trasformate in incontri a cadenza regolare divenendo l’attuale Accademia del Tempo Lento. L’accademia si tiene durante le pause concessemi dall’agenda concertistica, nel mio grande casolare immerso nella natura, circondato dai paesaggi di Piero della Francesca, nella massima prossimità tra maestro e allievo, svincolati da obblighi istituzionali, così da mantenere vivo quello spirito di trasmissione che anticamente era parte imprescindibile dell’apprendimento. Le lezioni sono personali ma condivise, spesso lasciando che gli allievi interagiscano tra loro: la singola lezione a volte si trasforma in un’ampia discussione su un dato argomento, spesso si mangia assieme continuando a parlare di musica e di tutto ciò che ad essa può collegarsi. Vi prendono parte musicisti e gruppi da camera di ogni estrazione, dallo historical performer già in carriera interessato a perfezionarsi ai concertisti cosiddetti “moderni” desiderosi di cambiare la loro visione alla luce del dato storico; sovente si tratta di studenti appena diplomati, alla ricerca di una chiave che permetta loro di rielaborare artisticamente il percorso compiuto in conservatori e scuole di tutto il mondo.

In una società ossessionata dalla qualifica, dal requisito, in cui le scuole d’arte assomigliano sempre più ad istituti professionali, credo che gli artisti abbiano il dovere di gettare qualche sassolino nell’ingranaggio, per far capire ai giovani che l’oggetto dello studio non è far tornare i conti in un foglio di calcolo, ma il sincronizzarsi in modo unitario e totale con l’arte, attraverso un respiro che includa al contempo conoscenza, sentimento e gesto».

 

 

No Comments

Leave a reply

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.