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16 Giu

Terraforma elettronica e sostenibile

Sarà il Linguaggio il tema centrale della sesta edizione del Terraforma Festival che si terrà dal 5 al 7 luglio 2019 nel bosco di Villa Arconati-FAR a Bollate (una cittadina alle porte di Milano). La rassegna internazionale di musica, sperimentazione artistica e sostenibilità ambientale, prodotta da Threes (in collaborazione con Fondazione Augusto Rancilio), propone un’esperienza immersiva di performance musicali dal vivo, laboratori, incontri con gli artisti e installazioni nel verde. Nelle precedenti edizioni, il parco adiacente alla Villa ha accolto migliaia di ospiti provenienti da tutto il mondo, riuniti attorno a problematiche che in questi ultimi anni sono divenute di estrema urgenza.

«Il nostro è un alfabeto i cui simboli hanno un valore variabile, la loro combinazione crea significati diversi a seconda di chi li decifra». Queste sono le parole di Nathalie Du Pasquier – la scultrice, designer e pittrice che ha rinnovato l’artwork del festival – che ben sintetizzano la filosofia della rassegna. Nell’edizione 2019 l’intento degli organizzatori è quello di portare al centro le performance di musica elettronica, che non vuole essere vista solo come forma espressiva quasi sempre priva di testo, ma come elemento di esplorazione. Per cui parole, immagini, voci e codici, oltre che i suoni, sono immaginati per creare una conversazione diretta e in continua evoluzione con la comunità globale.

Protagonista centrale del festival sarà la musica con le performance di numerosi artisti. Il concerto più atteso è quello di Laurie Anderson. L’artista visiva, compositrice, musicista d’avanguardia, regista, poetessa urbana, femminista, vedova del compianto Lou Reed, salirà sul palco il 5 luglio per presentare per la prima volta in Italia The Language of the Future, una performance emozionante e imprevedibile che mescola narrazione (spoken word), musica (violino elettrico e orchestra digitale) e proiezione di video interattivi.

Innumerevoli saranno poi gli artisti che si esibiranno nei tre giorni. Tra i tanti si possono ricordare Mica Levi (6 luglio), anche nota come Micachu, cantautrice e compositrice britannica capace di tradurre il linguaggio cinematografico contemporaneo in musica. Il 5 luglio sarà la volta dell’acclamata produttrice e compositrice di musica elettroacustica Caterina Barbieri, che presenterà le sue composizioni caratterizzate da lunghe escursioni analogiche che sondano temi legati all’intelligenza artificiale, al tempo e allo spazio, dando nuovo significato al linguaggio minimalista. Legato invece a un linguaggio mistico è Daniel Higgs (già frontman del gruppo post-hardcore Lungfish, che salirà sul palco il 6 luglio), che attraverso omelie che trasportano il pubblico verso nuove dimensioni, propone una visione artistica tra rock e folk, sempre in bilico tra sacro e profano, fisico e metafisico.

Renick Bell © Alexandre Meunier

L’esperienza del linguaggio algoritmico sarà invece il tratto caratteristico del live di Renick Bell (5 luglio), dove il musicista e programmatore statunitense proporrà Algorave, una performance di musica ballabile generata da algoritmi che unisce live coding e mapping, con la proiezione in tempo reale dei codici sugli alberi che circondano il soundsystem. E per finire questa breve descrizione degli artisti presenti, vale la pena segnalare il concerto di Sir Richard Bishop, co-fondatore dei Sun City Girls e dell’etichetta di “suoni dal mondo” Sublime Frequencies. Oltre che libraio di antiquariato, il musicista statunitense è uno straordinario chitarrista, che attraverso il linguaggio dell’improvvisazione va alla ricerca dei meandri più occulti della musica indiana, nordafricana, mediorientale e gitana.

Altre performance in programma spazieranno in diverse articolazioni della concezione di Linguaggio: dal post globale alla ricerca e all’immaginazione, e poi gender fluid, spettrali, distopico, ipnotico, mediorientale, sognante e del corpo in movimento.

Terraforma non è solo musica, così nel percorso di scoperta e ricerca si colloca il progetto di sostenibilità legato al linguaggio della natura, che si concretizza in un percorso di valorizzazione, bonifica e riqualificazione del bosco di Villa Arconati. Tra i progetti di sostenibilità, il festival ha ultimato un labirinto di siepi, realizzato sul modello originale disegnato da Marc’Antonio Dal Re nel 1743. Per il suo compimento sono stati piantati oltre 500 esemplari di carpino lungo cinque cerchi concentrici che conducono al centro. Come nelle tre precedenti edizioni, anche quest’anno il labirinto ospita esibizioni artistiche che sfruttano tecniche di spazializzazione del suono. Inoltre gli organizzatori del festival hanno scelto di sostenere la battaglia contro la proliferazione dell’uso della plastica, quindi hanno deciso l’abbandonano dell’utilizzo di bicchieri monouso in favore di una soluzione più sostenibile, con l’uso di bicchieri riutilizzabili.

Legato al tema della sostenibilità si colloca anche l’incontro (o come lo chiamano gli organizzatori “talk”) con Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale di fama mondiale (professore presso l’Università di Firenze e direttore del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV) a Sesto Fiorentino, e inserito dal New Yorker nella classifica dei World Changers), che presenterà il suo libro Nazione delle piante, dove illustra le sue tesi legate al mondo vegetale come modello di modernità da imitare per evitare un futuro catastrofico per l’umanità. I suoi studi prendonp spunto dal fatto che le piante sono organismi intelligenti a tutti gli effetti, sono dotate di sensi, memorizzano e comunicano tra loro, esistono sulla Terra da molto più tempo di noi, sono meglio adattate e probabilmente ci sopravvivranno: nella loro evoluzione hanno trovato soluzioni tanto efficienti, quanto non predatorie nei confronti dell’ecosistema in cui noi, assieme a loro, viviamo.

Per concludere, un cenno bisogna farlo anche alle attività collaterali presenti nei giorni del Festival. Tra esse si possono segnalare le lezioni di yoga con l’istruttrice Lavinia Cometti, e la realizzazione, per la prima volta, della C-CASCATE ALPHABETICHE, una rassegna artistica di letture, racconti e “cascate alfabetiche al riparo dal sole” che si tiene nel Kiosque à Musique (una nuova struttura futuristica sostenibile, totalmente autosufficiente dal punto di vista energetico grazie all’utilizzo di pannelli fotovoltaici), a cura di Francesco Cavaliere e Ruggero Pietromarchi.

(In copertina, Caterina Barbieri)

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