Fino al 17 gennaio 2021, il Musée des Tissus di Lione rende omaggio alla stilista britannica con una grande retrospettiva a cura di Esclarmonde Monteil e Juliet Ruffet-Mouss. Oltre duecento pezzi fra abiti, accessori, quadri, documenti, raccontano una delle creatrici di moda più influenti della nostra epoca.
LIONE. Per la prima volta in Francia, Vivienne Westwood è protagonista di una retrospettiva a lei dedicata, che vanta molti pezzi inediti provenienti dalla collezione di Lee Price, già collaboratore della stilista. Prima della mostra in terra francese, la Westwood ha già esposto negli anni le sue creazioni in vari musei del mondo, dal Victoria&Albert Museum di Londra al Museum of Fine Arts di Houston, passando per il Los Angeles County Museum of Art e il Röhss Museum di Göteborg. A Lione è stato creato un percorso in cinque sezioni all’interno del quale tessuti antichi, oggetti preziosi e accessori delle collezioni permanenti del museo dialogano con le creazioni di Vivienne, e ognuna delle sezioni è inoltre arricchita da filmati d’archivio e tracce musicali degli anni in questione. Il museo ha scelto di adottare un percorso cronologico per una vera immersione nel lavoro della designer, in cinque diverse parti che permettono di capire come lavora Vivienne Westwood, che gioca con tutti i codici grazie a una maestria tecnica sviluppata senza mai violare la sua libertà da autodidatta. Infatti, sino al 1971 aveva lavorato come insegnante elementare, prima di aprire un negozio di abiti e dischi degli anni Cinquanta al 430 di King’s Road, Chelsea, Londra, con il suo partner Malcom McLaren. La mostra prende le mosse dagli albori della carriera di Vivienne, nella Londra di fine anni Settanta dominata dal movimento punk, al cui sviluppo lei stessa, assieme a Malcolm, dette un contributo fondamentale. Insieme crearono capi d’abbigliamento che introdussero un nuovo concetto di moda, fatto di abiti in lattice e pelle, catene e tacchi a spillo, ispirati alla pornografia e al feticismo. Così facendo, i due riflettevano ma anche ispiravano il cambiamento estetico e sociale del movimento punk.
Ma già nel 1981 Vivienne firma da sola la sua prima collezione Pirates, ispirata ai costumi maschili del XVIII secolo; si trattava di un nuovo look pre-romantico che appariva sulla scena della moda londinese, ed è uno dei “capitoli” più interessanti della mostra al Musée des Tissus.
Poco dopo, nel 1983, la Westwood interruppe il suo sodalizio artistico e sentimentale con Malcolm McLaren e per le sue collezioni, seguendo la strada aperta nell’81 e fino alla fine degli anni ’90, sviluppò collezioni legate alla rilettura della moda in chiave storica, interpretando pezzi iconici della storia del costume come crinoline o corsetti, che riflettevano il suo gusto per i dipinti e le arti decorative del XVIII secolo, scoperti alla Wallace Collection di Londra. Alcuni di questi manufatti sono esposti a Lione, accanto a tessuti selezionati e pezzi di arti decorative provenienti dalle collezioni del Museo del tessuto. Vivienne Westwood ha approfondito fonti iconiche, ricercando antiche tecniche di cucito, fogge di abiti e motivi decorativi. Con Lacroix, Gaultier e Galliano condivide il fascino e l’interesse per le “fashion victim” del Settecento, l’eccesso e la frivolezza della nobiltà francese dell’epoca, e ha riletto in chiave contemporanea quelle storiche tendenze, dando avvio a un’eleganza sensuale e aggressiva. Nel 1990, per la collezione Portrait, si ispirò alla pittura dell’Età Vittoriana, portando un tocco di decadenza sulle passerelle, in cui si respirava la letteratura di Wilde e Shaw.
Non solo abiti, perché anche le calzature per Vivienne sono parte integrante della moda. Le scarpe e gli stivali da lei disegnati sono autentiche sculture che completano ogni look. C’è anche un po’ d’Italia, perché fra i vari maestri calzolai con cui la stilista ha collaborato figura anche l’italiano MEG .
Dalla metà degli anni Duemila, la stilista è diventata un’attivista impegnata sui temi dei diritti umani e dell’ecologia, e le sue sfilate diventano i principali mezzi di diffusione delle idee che teorizza nei suoi manifesti o nelle dichiarazioni alla stampa.
Una personalità vulcanica, costantemente in bilico fra la creatività britannica e francese, portatrice di un’eleganza piena di humour, e capace di dimostrare come la moda possa essere un non troppo approssimativo specchio della società.
In copertina: Vivienne Westwood, défilé WWW, automne hiver, 2011-2012 © Guy Marineau
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