io capitano, di matteo garrone
Io capitano, di Matteo Garrone

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Va contro la legge della guerra, per rispettare invece quella della coscienza e del mare, Comandante di Edoardo De Angelis, interpretato da Pierfrancesco Favino. E sono clandestini i giovanissimi migranti senegalesi Seydou e Moussa di Io capitano di Matteo Garrone, che hanno sogni uguali a quelli di tutti i ragazzini del mondo, ma per realizzarli devono partire per un viaggio senza diritti, nella polvere del deserto, fra le torture dei campi di detenzione in Libia, in un’odissea contemporanea che si preannuncia tra le esperienze più dure della Mostra. La sceneggiatura è scritta con ragazzi africani che davvero hanno compiuto lo stesso viaggio.

rebecca antonaci
Rebecca Antonaci in Finalmente l’alba di Saverio Costanzo

EDUARDO CASTALDO

In corsa per il Leone d’oro ci sono anche tre diversi sguardi su Roma. Il più puro è quello della popolana Mimosa, la giovane attrice Rebecca Antonaci, in Finalmente l’alba di Saverio Costanzo, che torna al cinema dopo la serie L’amica geniale. Siamo nella Cinecittà degli anni Cinquanta, tra la Dolce vita e vicende oscure come la morte di Wilma Montesi, ritrovata sulla spiaggia di Torvaianica: un caso di cronaca che, tra accusati e accusatori, fece tremare la politica di allora. È tra questi echi che Mimosa, avviata a un matrimonio con un buon partito, perde la sua innocenza sul set di un film di Hollywood. Nel cast, davvero hollywoodiano, oltre ad Alba Rohrwacher ci sono anche Lily James e Joe Keery, la star della serie Stranger things.

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Enea, di e con Pietro Castellitto

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Lo sguardo forse più disincantato, invece, è quello di Pietro Castellitto: il suo secondo film Enea, nel quale ha voluto anche papà Sergio Castellitto e il fratello Cesare, è immerso in una Roma da “grande bruttezza”, come l’ha definita il direttore della Mostra, Alberto Barbera. Enea, interpretato dallo stesso regista, rincorre una vita epica nel vortice di una Roma popolata da famiglie problematiche, discotecari mafiosi e una ragazza bellissima, che ha il volto di Benedetta Porcaroli.

adagio
Adagio, di Stefano Sollima

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E chi su Roma posa invece occhi nuovi, dopo averla a lungo raccontata, è Stefano Sollima: con Adagio firma l’ideale conclusione della trilogia romana iniziata con Romanzo criminale e Suburra. Stavolta, insieme a Pierfrancesco Favino, Toni Servillo e Valerio Mastandrea, ritroviamo una capitale distopica e tormentata, dove tre vecchie leggende del crimine cercano di salvare un sedicenne da una vicenda troppo losca. C’è Roma anche in due dei tre film della sezione Orizzonti.

In El paraìso di Enrico Maria Artale un quarantenne di Fiumicino, interpretato da Edoardo Pesce, vede vacillare il suo rapporto simbiotico con la mamma, fatto di balli latinoamericani e traffico di droga, all’arrivo di una giovane colombiana.Una sterminata domenica di Alain Parroni, invece, racconta la generazione Z attraverso tre ventenni della campagna romana di fronte alla notizia di un’inaspettata gravidanza. La campagna è al centro anche di Invelle, primo lungometraggio del maestro dell’animazione Simone Massi, che col suo cinema poetico fatto di migliaia di disegni, tutti realizzati a mano, racconta il Novecento italiano attraverso lo sguardo di tre bambini. È abbastanza per intuire che, comunque vada la corsa ai premi, sarà un autunno di grande cinema.