La Kunsthalle del capoluogo bavarese ripercorre la sua carriera con un’antologica a cura di Thierry-Maxime Loriot, prodotta dal Musée des Beaux Arts di Montreal in collaborazione con la Maison Mugler. Fino al 30 agosto 2020.
MONACO DI BAVIERA. “La mia unica misura è l’eccesso”. Un’affermazione che è stata il marchio di fabbrica di Thierry Mugler (1948), uno dei fashion designer più innovativi della moda francese degli ultimi 35 anni. La mostra antologica Thierry Mugler: Couturissime raccoglie oltre 150 abiti di alta moda e prêt-à-porter dagli anni Settanta al Duemila, buona parte dei quali esposti per la prima volta in eventi del genere. Accanto agli abiti, anche accessori, costumi teatrali, filmati d’archivio, lettere e bozzetti, in gran parte inediti. Francese d’Alsazia, poco più che ventenne si trasferì a Parigi, e nella compassata capitale che ancora respirava le atmosfere di Dior e Chanel, portò una ventata di radicale novità, assieme al collega Jean Paul Gaultier. Nel 1973 lancia la sua prima collezione, Cafè de Paris, che gli spiana la strada verso il successo e il riconoscimento dei modaioli francesi. Sin dagli esordi il suo “credo” è l’accentuazione della femminilità, attraverso creazioni dalla silhouette raffinata e sexy, che ottiene attraverso abiti dalle linee decise e angolari, il vitino a vespa, le spalline ampie e imbottite, e tinte unite dai colori forti.
La donna di Mugler è rigorosa, impeccabile, capace di osare; con questi canoni, reinventa la seduzione e la stampa comincia a parlare di lui come di un “creatore di shock”. Se gli anni Ottanta furono molto spesso il decennio degli eccessi, Mugler li interpreta comunque in chiave squisitamente artistica, con un tocco di eclettismo e visionarietà che lo porta a sconfinare nel teatro, nella fotografia e nel mondo delle creazioni profumiere d’autore. Le sue sfilate hanno infatti il carattere di veri e propri happening teatrali, e hanno come set la sala da concerti Zénith, o il Palais de Tokyo, o ancora il celebre Hotel Ritz. Con la sua predilezioni per lo spettacolo teatrale, Mugler ha creato alcune delle sfilate di moda più spettacolari degli ultimi trent’anni.
La consacrazione definitiva arriva a metà degli anni Ottanta, e fu anche grazie a lui che la moda parigina tornò a competere con quella di New York, e per questa ragione c’era anche Mugler quando, nel 1997, la Chambre syndicale de la haute couture parisienne aprì le sue porte alle sfilate di stilisti particolarmente innovativi e radicali. Fu un evento storico, che cambiò la percezione della moda in città. Così come era stato un evento storico, nel 1991, la partecipazione di Diana Ross alle sfilate di Parigi per le collezioni Primavera-Estate di Mugler: era la prima volta che un’attrice e cantante calcava le passerelle.
Cifra della creatività di Mugler, la sperimentazione di materiali d’avanguardia come la fibra di vetro acrilico e il cromo, combinati con altri già in uso ma rivisitati, come il pvc, il lattice, il vinile. Ma, rivisitati da Mugler, perdono la loro prosaicità di materiali “tecnologici” e si ritrovano proiettati in un mondo di fantasie, stelle luminose, corpi d’insetti tracciati da seta e cotone, strisce di colore dalla levità aerea. Quella di Mugler è una moda in un certo senso “futurista”, con un suo lato maestoso e selvaggio insieme, un mélange di cultura alta e popolare, in cui la raffinata haute couture incontra la drammaticità conservando il mistero della seduzione. Il suo stile senza tempo, fatto di equilibrio tra classicismo e modernità, ha lasciato il segno nella storia recente della moda, e continua a influenzare le nuove generazioni di couturier emergenti.
Inoltre, le creazioni di Mugler sono state indossate da star come Diana Ross, David Bowie, Lady Gaga, Céline Dion e Beyoncé e sono state immortalate da maestri della fotografia di moda come Helmut Newton, Ellen von Unwerth e Pierre&Gilles. Tuttavia, il suo eclettismo lo ha portato ad allontanarsi un po’ dal mondo della moda: nel 2002 ha lasciato la guida del settore prêt-à-porter della maison da lui creata, così come nel 2013 ha rinunciato a guidare Thierry Mugler Parfums; pur rimanendo presidente e direttore artistico di Thierry Mugler sas, ha scelto infatti di dedicare sempre più tempo e risorse alle produzioni teatrali di grande respiro artistico; risale ai primi anni Duemila la collaborazione con il Cirque du Soleil e altre grandi produzioni internazionali, per le quali, come un novello Diaghilev, disegna costumi e scenografie per spettacoli che sono avventure nel mondo delle fiabe e della bellezza, una magia di suoni e di luci in cui Mugler porta il suo inconfondibile tocco di stile.
In copertina: Eva Herzigová in abito Thierry Mugler, su una copertina di Vogue Italia, 1992 © Ellen von Unwerth
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