Il Gucci art wall cambia ancora veste. Tra Garibaldi e Moscova, a Milano, se si cammina con il naso all’insù si può scorgere l’enorme tela urbana che dal 2017 racconta l’universo della maison di Kering. Da Angelica Hicks fino a Marina Abramovic, passando per Ignasi Monreal, il murales firmato Gucci ha visto tra i suoi protagonisti creativi e artisti da tutto il mondo; questa volta è il turno dell’indimenticato stilista Ken Scott, le cui stampe hanno ispirato una ricca selezione di pezzi che fanno parte della collezione Epilogue della fashion house (vedere galleria immagini).
Soprannominato «il giardiniere della moda», Scott ha vissuto fino al 1991 un’esistenza dedicata alla moda e alla creatività, prediligendo nel suo immaginario stilistico fiori oversive, stampe botaniche e colori pop che sono diventati il suo marchio di fabbrica. Vissuto a Milano tra gli anni ’60 e ’70, il designer statunitense ha combinato romanticismo e cultura pop, condensando la sua “blooming aesthetics” in un repertorio di pattern e motivi diventati iconici, ora di proprietà dell’azienda tessile Mantero. Peonie, rose, papaveri e girasoli riempiono il suo archivio e nella nuova collezione di Alessandro Michele compaiono sul ready-to-wear, le borse e gli accessori.
E fioriscono, dipinte a mano, nelle principali città del mondo. Oltre al capoluogo lombardo, l’art wall appare in Lafayette street, nel quartiere neyworkese di Soho a Manhattan, appena fuori Brick lane nell’east London, nel distretto di Jingan, a Shanghai e in D’Aguilar street a Hong Kong.
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