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19 Gen

L’Arcipelago in tavola. Come valorizzare l’enogastronomia delle isole toscane

Isola d’Elba, Giglio e Capraia, unite nel progetto Arcipelago del gusto, sviluppato dalla Regione Toscana per  la promozione e la tutela delle eccellenze enogastronomiche di questo territorio ricco di fascino e di storia. Da gennaio a marzo, otto cene curate da otto chef isolani, in altrettanti ristoranti dell’entroterra.

FIRENZE – Adagiata sul Tirreno e già cara ai Romani, l’Isola d’Elba è uno di quei territori benedetti da Dio, circondata da un mare generoso e arricchita da un entroterra che va dalla spiaggia alla montagna nell’arco di pochissimi chilometri. A farle da ideale corona, anche il Giglio e Capraia, oltre a Giannutri e Pianosa, che tutte insieme formano l’Arcipelago Toscano, nicchia geografica di colori, sapori, risorse minerarie (anche se oggi non più sfruttate), e testimonianze storiche dall’antichità romana a Napoleone, che proprio all’Elba scelse di venire in esilio, rimanendovi dall’aprile 1814 al marzo 1815. Fu quello un periodo importante per l’isola, in cui l’Imperatore vi portò un autentico fasto, costruendo Villa San Martino (sua residenza privata), il Teatro dei Vigilanti ricavato dall’antica chiesa del Carmine, e ampliando e abbellendo l’antica Palazzina dei Mulini. Oltre a ciò, sviluppò anche un programma per incrementare la produzione mineraria di Rio Marina. Fu un rapporto proficuo, quello fra Napoleone e l’Arcipelago Toscano, perché se il grande francese vi portò un soffio di modernità civile, a sua volta le bellezze del paesaggio lo affascinarono, e la cucina locale letteralmente lo conquistò, come testimonia il “quaderno di ricette” appartenuto alla famiglia del dottor Pasquale Squarci medico di Portoferraio e, con la moglie Marianna, introdotto alla corte di Napoleone. Il quaderno raccoglie le ricette dell’arcipelago preferite dall’Imperatore, fra cui il “cappon magro” o “cappon di galera”, costituito da fette di pane abbrustolito intervallate da pesci di minor pregio (ma non minore gusto) e condite con olio e aceto. Testimonianze di una cucina povera, ma che faceva della necessità una virtù, costringendo la fantasia a fare l’uso migliore delle risorse disponibili.

Sulle tracce di questa cultura gastronomica, è nato il progetto L’arcipelago del Gusto, sviluppato dalla Regione Toscana e da Unioncamere, in collaborazione con Confesercenti Provinciale di Livorno e la Camera di Commercio Maremma e Tirreno, e il patrocinio del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, e presentato a Palazzo Sacrati Strozzi. L’obiettivo, è quello di promuovere quei ristoratori e quelle botteghe che utilizzano e diffondono i prodotti tipici dell’Arcipelago Toscano: otto cuochi approdano sulla terraferma, per fa conoscere alcuni dei piatti del loro territorio, curando altrettante cene in ristoranti di otto province, da Pisa a Siena, da Pistoia a Prato. Ogni cena sarà focalizzata su un prodotto locale e su un vino del territorio selezionati dal consorzio ElbaTaste. La cucina elbana è peculiare, per quella commistione di genti di terra e di mare che abita il suo territorio, da quando, a metà Ottocento, dalla Garfagnana molti contadini si trasferirono sull’isola per lavorare nelle miniere di Rio Marina; due differenti cucine che incontrandosi hanno dato vita a piatti gustosi come il ragù di polpo o i calamari alla diavola, che andarono ad affiancarsi a quelli locali come il polpo bollito, i pesci marinati all’elbana, la grigliata di pesce azzurro, o il baccalà con patate in salsa verde. Piatti che raccontano il territorio, ne spiegano la logistica geografica e le abitudini di vita dei suoi abitanti, e insieme concorrono a formare un immaginario di sapori, colori, odori, che associato a personali ricordi di vita costituiscono il patrimonio spirituale di questo territorio

Da destra, Paolo Mati di Toscanafair, lo chef Massimo Poli di “Montefabbrello” e lo chef Gabriele Messina di” Elba Magna” Ph. Daniela Mugnai

Il progetto L’arcipelago del Gusto segue l’evento del 2016, che vide coinvolta la sola Isola d’Elba e che a distanza di due anni si amplia ad altre due isole. La finalità non è soltanto di promozione enogastronomica, ma di riflesso è anche quella di infondere nel pubblico la voglia di approfondire la conoscenza di queste isole, così ricche di bellezze naturali e di storia: tante sono infatti le testimonianze archeologiche d’età romana, così come ampio è il patrimonio architettonico medievale e di età napoleonica. Da un punto di vista più strettamente naturalistico, la collaborazione con l’ente Parco combina il mantenimento della tradizione alimentare con il mantenimento della tipicità ambientale, incoraggiando le colture specifiche della zona, o le attività di pesca. A tal proposito l’ente Parco ha lavorato al ripristino dei terrazzamenti dedicati alla coltura della vite, necessari per la produzione, ad esempio, dell’Aleatico dell’Elba, ma anche per i vini di Capraia.

La rassegna s’inserisce all’interno dell’Anno del Cibo Italiano, proclamato dal MiPaf, un ulteriore strumento per far conoscere nel mondo la varietà e la qualità del patrimonio enogastronomico nazionale, in cui la Toscana gioca un ruolo di primo piano.

Questo il calendario degli appuntamenti:

Giovedi 25 gennaio il “Retrobottega Falaschi” di San Miniato ospita Luigi Muti del “Vento in Poppa” di Porto Azzurro (Isola d’Elba);

Giovedi 8 febbraio “Il Pesce Briaco” di Lucca  ospita Grazia Zerbini del Ristorante dell’Hotel Saracino dell’Isola di Capraia;

Venerdì 16 febbraio il ristorante “Bagoga” di Siena ospita Giacomo Paoli di “Aguglia”dell’Isola d’Elba;

Giovedì 22 Febbraio “ PS – Ristorante” di Cerreto Guidi ospita Marco Olmetti del “Pepenero” di Portoferraio (Isola d’Elba);

Mercoledì 28 Febbraio “Toscana Fair” di Pistoia ospita Massimo Poli di “Montefabbrello”di Portoferraio (Isola d’Elba);

Sabato 3 marzo il ristorante “La Gondoletta” di Marina di Grosseto ospita Santi Capitani di “Da Santi” dell’Isola di Capraia;

Martedì 6 marzo “Il Capriolo” di Prato ospita Alex Ohorodnic del “Teatro Bistrot”di Portoferraio (Isola d’Elba);

Venerdì 16 marzo l’ Osteria “Il Borro” di San Giustino Valdarno (Arezzo) ospita Fabio Molinari del “Tamata” di Porto Azzurro (Isola d’Elba)

 

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