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4 Feb

Il poetico Museo di frontiera di Pontecagnano

Ce la mettono tutta al Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano per attirare i visitatori.

Per esempio, da  febbraio a maggio, ogni prima domenica del mese, il Museo ospiterà un nuovo ciclo di incontri, Mytico! Dei ed eroi dell’antichità, che svilupperà un tema storico o mitologico attraverso l’incontro ravvicinato con alcuni selezionati reperti. L’archeologa Valeria Valerio guiderà i visitatori utilizzando la tecnica della Visual Thinking Strategy, pratica cognitiva diffusa da tempo nei musei americani. I partecipanti, grandi e piccini, verranno stimolati ad utilizzare al meglio le loro capacità di osservazione e comprensione dell’opera d’arte. Interessante, se non fosse che queste attività divulgative e didattiche  – peraltro da fare – hanno fortemente inciso sulla fisionomia del piccolo grande Museo di Pontecagnano. Come? Aggravandone  la modesta  visibilità fuori dalla Campania e facendolo percepire soprattutto come un meraviglioso contenitore di reperti da proporre a studenti e visitatori di nicchia.

Il Museo di Pontecagnano sconta il fatto di essere stato inserito in un contesto urbano brutto, soffocato da palazzi, negozi e supermercati. Vero che per aspera ad astra, ma sarebbe più comodo arrivare alle stelle aiutati da una segnaletica decente. Indicazioni che mancano, segno che chi dovrebbe provvedere pensa che non ce ne sia bisogno, tanto i visitatori sono della zona.

Che peccato. Perché il Museo di Pontecagnano parte bene, già dall’intestazione suggestiva:  “Gli Etruschi di frontiera”.  Le campagne di scavo iniziate da Bruno D’Agostino negli Anni Sessanta hanno riscritto la storia di questa area, riuscendo a narrarla con reperti provenienti da una necropoli di circa 9.000 tombe. So di cosa parlo, da bambina ho giocato tra quelle tombe, suggestionata dall’entusiasmo che aveva contagiato le nostre famiglie e dall’orgoglio di vedere il nostro paese al centro di inattese attenzioni. Ricordo l’emozione per essere stata agghindata col fiocco più bello il giorno in cui arrivò a Pontecagnano il Re archeologo, Gustavo VI di Svezia. Tanti scavi, tante vicende amministrative culminate nella costruzione di un Museo adeguato, inaugurato nel 2007, che custodisce tutte le testimonianze raccolte nell’area. Oggi il Museo, diretto dall’attivissima Luigina Tomay, ci narra la Preistoria, la Prima Età del Ferro, la Città dei Principi del periodo orientalizzante, la Città Arcaica, l’Età Classica ed Ellenistica, l’Età Romana.  Ci narra l’importanza strategica di questa terra di frontiera, che sin dall’Eneolitico è stata un crocevia di genti e civiltà. È quello che colpisce di più di questo Museo che non ha il pezzo iconico per attirare (a volte, fregandolo) il turismo di massa, ma ha una ben più ricca raccolta di  preziosità che parlano etrusco, sannita, piceno, greco e romano. Che parlano di Pontecagnano come la mitica Amina. Forse la città degli Aminei che, ci dice Aristotele, portarono in Italia la vite? O come la romana Picentia, che osò insorgere contro Roma alleandosi con Annibale. E che così facendo suggerì ai Romani di implementare una colonia marittima più a nord, determinando la nascita e l’inizio della grande storia di Salerno.

Il Museo di Pontecagnano sconta soprattutto la sua posizione geografica, a metà strada tra Paestum e Pompei. Sicché, quella che poteva e doveva diventare una meravigliosa opportunità, la triade perfetta, si è rivelata un’occasione mancata, forse mortale per il più piccolo e ultimo arrivato se non si correrà ai ripari. Magari con percorsi “obbligati” proprio con Paestum e Pompei. Bello anche il Contemporaneo nel Museo ma deve essere all’altezza dell’Antico, possedere il respiro profondo della Città dei Principi.

Che aspettate per andare a visitare il Museo di Pontecagnano? Ve lo raccomando, anche perché il biglietto costa solamente 2 euro, quello ridotto 1 euro. Lo so, viene la malinconia ad apprendere quanto poco viene quotato un gioiello del genere. La scelta del low cost – felice o sciagurata, dipende dai punti di vista – dovrebbe incrementare le visite. Purtroppo non ci riesce, per i motivi che abbiamo detto e per tanti altri. Ma la vostra visita sarà comunque bellissima, probabilmente in solitudine se sceglierete di farla nei giorni senza “eventi”. Se lo chiedete, vi accompagnerà qualcuno del solerte personale, che non si stancherà di magnificarvi la storia millenaria di una terra felice, desiderata e posseduta dagli  Etruschi che sognarono la frontiera.

 

MP. Etruschi di frontiera

Via Lucania,  Pontecagnano Faiano (Salerno)

Aperto dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 19

T 089 848181

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